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Rivalutazione pensioni Fornero, 6 milioni i pensionati coinvolti, ecco tutte le cifre

SalvadanaioQuella della Consulta è una sentenza che potrebbe pesare non poco sui conti dello Stato e sulla stabilità dell’intero sistema pensionistico italiano. Stiamo parlando del blocco della perequazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo per gli anni 2012 e 2013; una norma approvata nel Salva-Italia del governo Monti che fece molto discutere e che portò all’indimenticabile pianto di Elsa Fornero. Analizziamo la situazione.

 

LA SENTENZA DELLA CONSULTA – E’ di giovedì 30 aprile la notizia della bocciatura della Consulta sul blocco della perequazione 2012-2013 delle pensioni superiori a tre volte il minimo. Il motivo? Una norma incostituzionale.

– Secondo la sentenza della Corte Costituzionale, la norma che per il 2012 e per il 2013 ha stabilito “in considerazione della contingente situazione finanziaria” che sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo Inps scattasse il blocco della perequazione, ossia quel meccanismo che adegua le pensioni al costo della vita, è “incostituzionale”.

– Il giudice Silvana Sciarra, nella sentenza numero 70 depostati giovedì scorso, ha affermato: “L’interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio”.

 

IL PIANTO (E LA DIFESA) DELLA FORNERO … – Si tratta di una scena divenuta parte della recente storia politica italiana.

– Era il 4 dicembre del 2011 quando nella conferenza stampa di presentazione del Salva-Italia, Elsa Fornero scoppiò a piangere nel pronunciare la parola “sacrificio” spiegando le norme che di lì a poco sarebbero entrate in vigore per riequilibrare i conti pubblici nell’apice di una crisi finanziaria che ci stava travolgendo.

– Un pianto che ha fatto storia, un pianto che alcuni hanno definito come pura trovata mediatica e che altri, come Roberto Benigni, hanno giudicato come sincero e profondo; un pianto diventato virale, che forse ha influito sul personaggio molto più di quanto la stessa Fornero avrebbe voluto.

– Un pianto da cui Elsa Fornero ha sempre dovuto difendersi; anche oggi: “Vengo rimproverata per molte cose – dice ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più. Fui costretta a chiedere un sacrificio a tutti i pensionati che avevano rendite superiore a 3 volte il minimo Inps, ossia con assegni superiori ai 1.400 euro lordi, ma questa norma fu ritenuta dal governo nel suo insieme, ha detto, soprattutto da quelli che guardano ai conti, una scelta necessaria perché dava risparmi nell’immediato”.

 

… E QUELLO DI RENZI – E in effetti la norma del blocco della perequazione delle pensioni ebbe effetti di risparmio immediati contabilizzati in 5 miliardi per il biennio 2012-2013, con risparmi da qui al 2020 di ben 80 miliardi, a cui vanno comunque sottratti i 12 miliardi di euro spesi per salvaguardare 170mila esodati che furono un effetto perverso di una riforma varata sotto il segno della fretta e dell’emergenza.

– Lo stop imposto dalla Consulta fa aprire un problema non da poco per la finanza pubblica italiana. Bisogna restituire le somme sottratte dal blocco della rivalutazione ai pensionati oggetto di tale misura, ma anche trovare vie alternative per recuperare le somme che si ritenevano recuperabili da qui al 2020.

– Enrico Morando, viceministro dell’Economia, non si nasconde: “Ancora non abbiamo effettuato i calcoli ma è chiaro che la sentenza ha conseguenze rilevanti sul bilancio pubblico. Così si scarica un onere significativo sul bilancio dello Stato”.

 

OLTRE 6 MILIONI I PENSIONATI COINVOLTI – Un blocco che secondo i dati Istat toccò circa 6 milioni di euro; i pensionati che per due anni, il 2012 con un’inflazione al 3% e il 2013 con un’inflazione all’1,2%, non hanno ricevuto l’adeguamento dovranno inevitabilmente riceverlo.

– L’Avvocatura dello Stato parla di 1,8 miliardi di euro per il 2012 e di circa 3 miliardi per il 2013, ma non basta. Nel 2014 il mancato adeguamento all’inflazione è stato modificato ed ha finito per gravare solamente sulle pensioni sei volte superiori al minimo.

– La Consulta, in questo senso, ha fornito risposte chiare: “Per le modalità con cui opera il meccanismo della perequazione, ogni eventuale perdita del potere di acquisto del trattamento, anche se limitata a periodi brevi, è, per sua natura, definitiva. Le successive rivalutazioni saranno, infatti, calcolate non sul valore reale originario, bensì sull’ultimo importo nominale, che dal mancato adeguamento è già stato intaccato”.

– Ma allora nel 2014, anche le pensioni sino al triplo del minimo non hanno recuperato la loro base di calcolo e anche di questo si dovrà tener conto nel conteggio.

 

IL DOPPIO “NO” DELLA CONSULTA – Il contributo di solidarietà sulle pensioni oltre i 90mila euro prima e il blocco della perequazione sulle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps poi. La Consulta ha intaccato in due circostanze il gruppo di norme contenute nel Salva-Italia, generando un profondo squilibrio sui conti dello Stato.

– L’esecutivo potrebbe emanare un provvedimento di sanatoria per rimborsare gli oltre 6 milioni di pensionati colpiti, oppure potrebbe calcolare ex-novo la pensione dovuta. Due modi diversi che potrebbe anche portare a rivedere le curve della spesa pensionistica.

– Nei prossimi giorni si avranno notizie più chiare e certe sul come vorrà agire il Governo per far fronte a questo problema improvviso.

 

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 Matteo Torti

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