Cinesi sfruttate via Cesarotti Milano, costrette a lavorare 17 ore su 24 con tre pause giornaliere da 15 minuti e 3 centesimi per ogni foulard cucito; denunciati gli sfruttatori
E’ successo in un laboratorio di via Cesarotti.
L’ARRIVO TRA IL 2001 E IL 2007 – Qui erano ridotte in schiavitù tre donne cinesi, irregolari, tutte lavoratrici, giunte in Italia tra il 2004 e il 2007 con un visto turistico ottenuto in altri paesi europei.
L’ANNUNCIO PER SARTE – Le tre donne avevano risposto a un’offerta di lavoro come sarte trovata su una rivista di annunci cinese, accettando l’impiego proposto dalla padrona, “laopainiang” in gergo cinese, regolare e incensurata di 42 anni.
LO SFRUTTAMENTO – Le donne, di 49, 48 e 45 anni:
- lavoravano sette giorni su sette, diciassette ore su ventiquattro, con tre pause giornaliere da 15 minuti;
- veniva loro garantito vitto e alloggio nel retro dello stesso laboratorio;
- venivano pagate 3 centesimi per ogni foulard confezionato, per un totale di circa 700 euro al mese di media.
L’IRRUZIONE DEI CARABINIERI –
- Lo scorso marzo le tre donne hanno deciso di raccontare tutto ai militari della compagnia Porta Manforte;
- i militari, facendo irruzione nel laboratorio, hanno quindi trovato 5 donne, tra le quali le tre denuncianti, distribuite in uno spazio che comprende 20 postazioni
DENUNCE E SEQUESTRI –
- La padrona e i due soci connazionali, di 43 e 47 anni, sono stati denunciati per sfruttamento dell’immigrazione clandestina e della manodopera clandestina;
- il laboratorio è stato chiuso.
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Di Redazione