Tassista ucciso Milano, condanna a 16 anni per Ciavarella, rinvio a giudizio per Stefania e pietro Citterio
E’ stata emessa la sentenza del gup Stefania Donadeo circa le imputazioni contestate a Michael Morris Ciavarella, uno dei tre aggressori del tassista Luca Massari.
Ciavarella aveva chiesto il giudizio abbreviato e, nove mesi dopo il tragico evento, è stato condannato a sedici anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
La sorpresa è che il gup, a differenza di quanto chiesto dal pm Tiziana Siciliano, non ha però riconosciuto l’aggravante della crudeltà e i relativi 30 anni di reclusione chiesti dall’accusa.
Tale circostanza era stata infatti presentata dall’impianto accusatorio a causa della violenza con cui Ciavarella aveva colpito Massari lo scorso 10 ottobre, a seguito dell’involontario investimento compiuto dal tassista ai danni del cane della fidanzata di Pietro Citterio.
Tuttavia, secondo quanto ricostruito attraverso alcuni testimoni e accertato dai consulenti di accusa e difesa, Massari non è morto a causa dei calci e dei pugni ricevuti.
Durante il pestaggio, infatti, tassista è stato spinto con una tale violenza da cadere all’indietro, a peso morto, rompendosi la testa contro il cordolo del marciapiede, con un rumore udito persino dai residenti al quinto piano dei palazzi della via.
Luca Massari è morto il successivo 11 novembre, dopo aver trascorso 30 giorni in coma.
Rinviati a giudizio invece i fratelli Stefania e Pietro Citterio.
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Di Redazione