Biciclette nelle zone pedonali a Milano, il presidente di Ciclobby ne precisa la liceità ai sensi del Codice della Strada
Nella rubrica della posta dei lettori sulle pagine milanesi del Corriere della Sera è stata pubblicata, giovedì 7 luglio, una lettera con vistose inesattezze. Il presidente di Ciclobby, Eugenio Galli, ha quindi inviato alla redazione il messaggio riportato qui a seguire:
“Il lettore Fabio Panariello segnala rischi di «multe e perdita dei punti patente» ai ciclisti che si avventurano a percorrere zone pedonali, qualora non sia indicata «l’eccezione per le bici». E afferma di essere stato lui stesso vittima della reazione sanzionatoria, ma non indica quando ciò sia avvenuto, né di quale norma gli sia stata contestata la trasgressione.
In un quadro purtroppo già ricco di contraddizioni e incertezze sulla mobilità ciclistica, mi pare saggio evitare di aggiungerne altre totalmente infondate.
Credo sia quindi opportuno informare anche il lettore innanzitutto che le zone pedonali, ormai già dalla riforma del Codice della strada approvata nell’agosto 2003, sono consentite al transito delle bici (che il codice ancora chiama “velocipedi”).
Infatti, l’art. 3 CdS così attualmente definisce l’Area pedonale: «zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali».
Anche per questo motivo, unendoci all’azione intrapresa dal comitato dei residenti, avevamo chiesto che via Sarpi venisse da subito trasformata in area pedonale, garantendo così la piena accessibilità alle bici in tutte le direzioni (mentre il Comune aveva progettato di farne una zona a traffico limitato, dove le biciclette avrebbero di regola potuto circolare solo nel senso di marcia consentito).
In secondo luogo, vorrei ricordare che l’abnorme riforma che nel 2009, con il cd. “Pacchetto sicurezza”, aveva introdotto il taglio dei punti patente ai ciclisti per alcune violazioni, già tacciata di illegittimità costituzionale, è stata abrogata dallo stesso legislatore lo scorso anno (agosto 2010).
Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete dedicare a quanto sopra.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY)”
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Di Redazione