Cronaca

Senza casa Milano, appello disperato per una signora che entro 7 giorni sarà costretta a lasciare il suo alloggio, chi può aiutare ci contatti

Una complessa e triste vicenda quella giunta alla Redazione di CronacaMilano attraverso l’appello d’aiuto lanciato dal cittadino milanese Paolo Bersani, in favore dell’anziana suocera che, tra una settimana, si vedrà tagliare le forniture di luce e gas senza avere più la possibilità di vivere nella piccola abitazione da custode dove risiede. Tutto questo, suo malgrado.

 

Signor  Bersani, vuole raccontarci chi è sua suocera e il problema in cui si è venuta a trovare?

Mia suocera è una pensionata di 62 anni che abita in via Cadibona a Milano. Ha prestato 33 anni di onorato servizio come custode per la ditta ESARC, affittuaria di uffici, capannoni e alloggio della custode nel suddetto complesso. Ora, purtroppo, la ESARC ha deciso di traslocare i propri gli uffici in via Ripamonti n° 89/a a Milano, e i capannoni a Roma.

 

Questo cosa comporta per voi?

La ESARC ha comunicato con raccomandata, in data 18 ottobre, che essendo cessata l’attività produttiva ed amministrativa presso lo stabile di via Cadibona, la società ha provveduto a dare disdetta del contratto d’affitto intercorso con la proprietaria dello stabile. Per tale motivo,  sabato 29 ottobre 2011 si provvederà alla chiusura totale delle utenze di luce e gas, tagliando le forniture erogate, quindi, anche all’alloggio dove vive mia suocera. Per questo, la società ha precisato di non essere più responsabile dei locali in oggetto e ci ha soltanto invitati a rivolgerci alla proprietaria dell’immobile. In tale modo soltanto tra una settimana, mia suocera, che ha 62 anni e accusa gli acciacchi di salute che a questa età cominciano a farsi sentire più insistenti, si è trovata nell’improvvisa prospettiva  di non poter più condurre una vita “normale”. Senza luce e gas, infatti, non sarà più in grado di  cucinare, scaldare l’acqua, far funzionare il frigorifero, utilizzare le lampadine e così via.

 

Qual è stata la posizione di A2A dopo che ha esposto la situazione?

Ieri ho contattato personalmente A2A alle ore 16.27, riuscendo soltanto a parlare con una operatrice. Le possibilità che mi ha illustrato sono 3 ma, purtroppo, sono tutte inattuabili:

  • subentrare all’ESARC come utente: tale eventualità è impossibile poiché il contatore in oggetto è un apparecchio industriale ad alti consumi e, quindi, sarà volturato alla ditta che subentrerà in futuro, tra un numero di mesi non prevedibile.
  • chiedere alla futura ditta che sia conferita una linea di cortesia: anche tale ipotesi è inutile poiché il taglio delle forniture avverrà tra soli 7 giorni, poi l’abitazione diventerà forzatamente inutilizzabile. In tale contesto, non si ha il tempo di contattare una “futura ditta affittuaria” che ancora non esiste.
  • chiedere alla A2A una nuova linea residenziale, a nome di mia suocera; anche questa ipotesi è purtroppo non attuabile poiché, a dire dell’operatrice della A2A, non è possibile aprire più contatori relativi ad una unità regolarmente iscritta al Catasto Urbano.

 

Qual è la posizione della proprietaria dell’immobile?

Interpellata, la proprietaria dell’immobile ha preso le distanze da tutto quanto sta succedendo, dando l’impressione di voler cogliere l’occasione per ottenere al più presto indietro l’alloggio che, divenuto inabitabile, dovrà per forza venire abbandonato.

 

Quali sono, in relazione a tutto ciò, le condizioni di salute di sua suocera?

E’ disperata, continua a piangere, ha dovuto ricorrere ai tranquillanti.

 

Qual è, quindi, il suo appello?

Chiedo che A2A mi aiuti a trovare una soluzione valida per ripristinare la condizione di vivibilità dell’abitazione, permettendo a mia suocera di tornare ad una vita normale. La sua condizione economica, purtroppo, non è tale da concederle l’occasione di trovare un’altra casa e, nonostante avesse già prestato domanda per un alloggio popolare, la situazione sembra completamente bloccata. Io, naturalmente, la ospito volentieri nel mio appartamento, ma si tratta di 31 metri quadri dove vivo con mia moglie e un bambino: sarebbe, fisicamente, una situazione non sostenibile a tempo indeterminato. Chiedo quindi a chiunque possa aiutarci, di contattarmi al più presto alla mail pmg2009@alice.it (eventualmente si può scrivere anche alla mail della Redazione info@cronacamilano.it, ndr). Spero davvero che qualcuno possa darci una mano, un consiglio o un’idea su come risolvere questo dramma che vede una donna, improvvisamente, costretta ad abbandonare la casa dove vive.  Il mio appello, sul serio, è disperato.


V.P.

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