Cronaca

Rating cos’è? Agenzie di rating cosa sono? Quando sono nate? Come si forma un rating?

Downgrade ed outlook o, per dirlo con parole nostre, declassamento e prospettiva sono due termini che, dal fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008 abbiamo imparato a conoscere. Ma sappiamo chi sono i proprietari delle agenzie di rating? Chi c’è dietro le ‘tre sorelle’? Scopriamo assieme quello che è, di fatto, un conflitto di interesse globale.

 

L’INCHIESTA DI CRONACAMILANO.IT – In due puntate vi offriremo le risposte a tutte queste domande mettendo in luce ciò che ai più risulta essere del tutto sconosciuto. Credete sia possibile che dietro le tre maggiori agenzie di rating vi siano, sostanzialmente, gli stessi fondi di investimento?

  • Se non credete a tutto ciò continuate a leggere e scoprirete un qualcosa che vi lascerà, semmai ce ne fosse bisogno, ancora più sconvolti.
  • A ben guardare, il conflitto di interessi che secondo alcuni ha dominato l’Italia negli ultimi anni è ‘roba da principianti’.
  • In due semplici articoli cercheremo di spiegarvi tutto ciò che c’è da sapere sui rating e sulle tre agenzie principali che li emettono: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, scoprendo interessanti particolari sui loro azionisti.

 

AGENZIE DI RATING: COSA SONO? – Le agenzie di rating operano come degli intermediari di informazioni tra coloro che emettono titoli (aziende, stati o enti pubblici) e gli investitori (privati ed istituzionali).

  • Il loro operato consiste nel riassumere, dopo un’analisi il più possibile attenta ed accurata, le indicazioni di merito creditizio in una semplice lettera, potenziata o depotenziata da segni come ‘meno’ o ‘più’.
  • L’intenzione, almeno teorica, delle agenzie di rating è quella di risolvere i problemi di asimmetria informativa che caratterizzano il mercato. L’obiettivo, sulla carta, è quello di far aumentare l’efficienza a livello globale.
  • Emettendo dei giudizi sul debito di società o stati, gli investitori hanno la possibilità di decidere quali titoli acquistare ed in che misura, avendo a disposizione un ‘voto’ sul rischio di insolvibilità dell’emittente e potendolo confrontare con il proprio grado di avversione o propensione al rischio.

 

LA STORIA DEL RATING – L’origine del termine inglese rating, che deriva dal verbo inglese ‘to rate’ ossia giudicare e valutare, può essere fatta risalire al documento “History of Railroads and Canals in the United States” pubblicato da Herny Varnum Poor.

  • L’intento di Poor era quello di far in modo che le aziende fossero obbligate a rendere pubblici i propri bilanci. Il figlio, Henry Williams, insieme all’analista finanziario Luther Lee Blake, fondarono l’agenzia di rating Standard & Poor’s.
  • Fin dai primi anni del XX secolo, il rating era limitato agli Stati Uniti ed aveva l’obiettivo di valutare i grandi progetti nazionali, come la costruzione delle ferrovie.

 

IL PROCESSO DI DEFINIZIONE DEL RATING – Una società, una banca, uno Stato o un ente pubblico, per avere un rating deve esplicitare una richiesta ad una delle agenzie di rating presenti sul mercato. Tale servizio è a pagamento.

  • L’agenzia, dopo aver ottenuto l’incarico, inizia l’analisi della società, della banca, dello Stato o dell’ente pubblico attingendo informazioni pubbliche, come ad esempio i bilanci, studiando i fondamentali economici e finanziari ed incontrando i manager per ottenere tutte le informazioni necessarie.
  • Ma non è tutto: terminato il lavoro dell’analista entra in azione un comitato collegiale che valuterà il materiale raccolto ed esprimerà un giudizio che verrà votato a maggioranza dal comitato, un organo collegiale composto da esperti del settore in cui opera la società che si sta valutando.
  • Solamente a questo punto, il rating viene comunicato alla società, alla banca, allo Stato o all’ente pubblico richiedente. Questi ultimi possono appellarsi fornendo informazioni aggiuntive e chiedendo una revisione del giudizio.
  • Una volta che il rating è stato notificato alla società che ha voluto farsi valutare, si arriva alla pubblicazione. C’è anche la possibilità di chiedere che il giudizio resti riservato e non venga reso pubblico.
  • Da questo momento in poi l’agenzia avrà il compito di tenere monitorato il rating per valutare eventuale promozioni o declassamenti.

 

UN OLIGOPOLIO PERFETTO… – Le tre sorelle del rating, ossia Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, si spartiscono la torta delle emissioni di rating e questa loro posizione dominante sul mercato le porta a generare utili giganteschi.

  • Moody’s, quotata a Wall Street, nel 2009 per ogni 100 dollari di fatturato, ne ha guadagnati sotto forma di utile operativo ben 38. Cifra che sale al 42% se si analizza unicamente il servizio di assegnazione dei rating. Dal 2005 al 2009, Moody’s ha generato profitti per 2,8 miliardi di dollari.
  • Non se la passano male nemmeno gli americani di Standard & Poor’s che, nel 2009, hanno fatturato 2,6 miliardi facendo registrare profitti operativi per un miliardo di dollari. Ma negli anni precedenti la redditività era ancora più alta: 45%.
  • Analizzando i numeri delle prime due, fa quasi ‘tenerezza’ Fitch. La più piccola del trio e, ad ora, l’unica europea. Ricavi per soli 559 milioni di euro e profitti operativi per 151. Decisamente al di sotto rispetto alla media dei due “magnati” precedenti.

 

…CON GIUDIZI IMPERFETTI – Nonostante operino in un mercato grande quanto il mondo e che, a malincuore, non può fare a meno di loro, non mancano le “cantonate”:

  • Solo due mesi prima del fallimento di Lehman Brothers, uno dei primari operatori del mercato dei titoli di stato statunitense, il rating dell’istituto che, di fatto, scatenò la crisi mondiale era A2 per Moody’s ed A per S&P e Fitch. Senza dimenticare l’analisi positiva emessa solo qualche giorno prima del ricorso al ‘Chapter 11’, parte della legge fallimentare made in Usa.
  • Discorso simile per la nostra Parmalat che, dal novembre 2000 ad i giorni precedenti al dissesto del 2003 poteva vantarsi di un rating ‘investment grade’ attribuitogli da Standard & Poor’s.

 

NELLA PROSSIMA PUNTATA – Nel prossimo articolo della nostra inchiesta vi parleremo delle tre agenzie di rating più importanti (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch) analizzando il loro azionariato.

  • Sarà interessante e sbalorditivo scoprire chi si nasconde dietro le mosse delle ‘tre sorelle’ e, quindi, chi sta muovendo le sorti dell’economia globale in questi anni di crisi.


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Matteo Torti

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