Cronaca

Delitto parcheggio Euromercato Assago 1995, presi i killer di Carlo Alberto Malatino

Luigi-Savina-questore di MilanoSon dovuti trascorrere quasi 18 anni ma, alla fine, un caso di omicidio avvenuto nel lontano dicembre 1995, ha avuto finalmente il suo epilogo. Lunedì pomeriggio, infatti, gli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro hanno eseguito due ordini di custodia cautelare per omicidio volontario nei confronti di due cittadini italiani di 41 e 36 anni.

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I fatti di quello che le cronache di allora definirono “il giallo di Assago”, risalgono addirittura  al lontano 1995 ed hanno come protagonista un commerciante ambulante, Carlo Alberto Malatino, originario di Lesignano de’ Bagni, in provincia di Parma. L’uomo, un 56enne con qualche denuncia alle spalle, la sera del 20 dicembre, era stato freddato da ignoti con un colpo di arma da fuoco, mentre si trovava nel parcheggio antistante un centro commerciale di Assago.

Nonostante le numerose persone presenti all’interno dell’area commerciale per via dello shopping natalizio, a causa della confusione nessuno si era accorto dell’accaduto.

A lanciare l’allarme erano stati alcuni clienti verso le 21.30, in orario di chiusura. Nel buio della sera, mentre si dirigevano alla loro auto, avevano notato al lato guida di un’altra vettura la presenza di un corpo privo di sensi, accasciato sul proprio fianco sinistro. Senza perdere altro tempo, avevano chiesto aiuto alle guardie di sorveglianza dell’ipermercato. Purtroppo, però, quello che in un primo momento era parso un semplice malore, si era poi rivelato in tutta la sua tragica evidenza: quell’uomo che giaceva immobile e con il capo riverso contro il finestrino – crepato e con un foro in centro – era morto. Assassinato, probabilmente.

I primi ad essere allertati furono i Carabinieri della compagnia di Corsico. Dopo i primi rilievi, la dinamica della morte sembrava abbastanza chiara: qualcuno aveva esploso dall’interno della vettura un colpo di arma da fuoco ravvicinato, proprio dietro l’orecchio della vittima. Il movente era presumibilmente da ricondursi a 500 grammi di cocaina rinvenuti nel bagagliaio dell’auto e stipati insieme a maleodoranti porcellini d’India morti riposti in uno scatolone. Un macabro espediente, quest’ultimo, adottato frequentemente dai trafficanti alle frontiere per depistare i cani antidroga con l’olezzo delle carcasse.

Le successive indagini, guidate dall’allora tenente Lino Addis, avevano fatto supporre agli uomini dell’Arma di trovarsi di fronte a un regolamento di conti per questioni di droga: una vera e propria esecuzione a tradimento,  eseguita per mano di una delle conoscenze della vittima.  Ma non se n’era fatto più niente. E nel 2000 il caso era stato archiviato per mancanza di ulteriori indizi.

Ora, dopo 13 anni di silenzio, una soffiata giunta al commissariato di Polizia di Quarto Oggiaro (nella foto il Questore di Milano, Luigi Savina), ha permesso, qualche settimana fa, di riaprire il cold-case di Assago. Le nuove indagini, condotte dal gip Varanesi, hanno portato gli inquirenti sulle tracce due uomini: un 41enne e un 36enne, entrambi italiani pregiudicati con numerosi precedenti penali

Incalzato dagli agenti è stato uno dei due sospettati, allora maggiorenne (a differenza del suo complice) e autore materiale del delitto, a confessare l’omicidio e a spiegarne le modalità.

Secondo quanto ricostruito, i due compari,  consumatori e spacciatori di droga, usavano rifornirsi da Malatino, all’epoca pusher del Parmigiano in grado di muovere, grazie al suo lavoro itinerante, ingenti quantitativi di stupefacenti.

A complicare il rapporto tra i tre,  sarebbe stata l’ultima dose di cocaina, da 100 grammi, acquistata e consumata dalla coppia ma mai pagata al commesso viaggiatore. Giunti alla resa dei conti, per placare l’ira del minaccioso Malapino, i due inscenarono l’esistenza di un fantomatico spacciatore interessato all’acquisto di 500 grammi di cocaina. Fiutato l’affare, il parmense acconsentì a incontrarsi nuovamente con loro presso il parcheggio dell’ipermercato di Assago. Il terzo spacciatore, ovviamente, non si presentò mai. 

A fare capolino nella vettura di Malatino ci fu solo la pistola di uno dei due malviventi: fu questi a sparare il colpo mortale che trapassò la testa della vittima fuoriuscendo dal finestrino.

Ora, a incastrare inequivocabilmente i due criminali, vi sarebbe anche l’esame del Dna effettuato con i  resti di un pollo e di una bibita da loro consumati sul tettuccio della Volvo della vittima. Per il 41enne, grazie alla buona condotta degli ultimi anni, sono scattati gli arresti domiciliari. Confermata la detenzione presso il carcere di San Vittore, invece, per il 36enne, dove già si trova detenuto per altri reati.

L’arma del delitto, lanciata dall’autore dell’omicidio in un’area verde di Assago, non è mai stata ritrovata.

 

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S.P.

 

 

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