In vendita il cinema Maestoso di Milano: la sua storia, dal 1912 ad oggi
Tempo di crisi, tempo di saldi. 795 mila euro, spicciolo più, spicciolo meno. Sarebbe questa la quotazione stimata da un noto portale immobiliare – che si sta occupando del mercato degli ex cinema messi in vendita in Italia – per il Maestoso di corso Lodi. Un prezzo più che dimezzato rispetto agli 1,75 milioni richiesti solo poco tempo fa per accaparrarsi la proprietà di quegli spazi che, fino a metà 2007, hanno ospitato una sala cinematografica con decenni di onorata carriera alle spalle.
LE ORIGINI, NEL 1912 – Per ripercorrerla tutta bisogna tornare addirittura al lontano 1912, prima della Grande Guerra. Le cronache raccontano che il cinema Roma, come era stato allora battezzato, si trovasse al civico 43 di corso Lodi. Un cinema di periferia, senza troppe pretese, ancora estraneo alla grande ribalta dell’intrattenimento milanese.
– Per sopperire al fatto che i giornali del tempo non facessero menzione della sua programmazione, la proprietà ne aveva affidata la pubblicità ai manifesti di una stamperia milanese. E così capitava che passeggiando per la zona, indugiando con lo sguardo sui muri scorticati dei vecchi palazzi del rione, grazie alle colorate affissioni si venisse a conoscenza delle pellicole proiettate all’interno de “il più bel ritrovo di Porta Romana”, come veniva enfaticamente reclamizzato il Roma.
– La programmazione di quel periodo (ampiamente trattata – insieme con una dettaglia cronologia storica della sala – dal critico cinematografico Giuseppe Rausa sul suo sito omonimo), nonostante il cinema fosse appannaggio degli abitanti di un quartiere popolare, era di tutto rispetto. E tanto bastava a garantirne, più che dignitosamente, la sopravvivenza.
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LA DEMOLIZIONE E LA RICOSTRUZIONE – Nel 1929, intanto, il civico di corso Lodi 43 muta in piazzale Lodi 1. Un indirizzo che, tuttavia, avrà vita breve. Due anni più tardi, infatti, in pieno fascismo, il cinema Roma viene improvvisamente demolito.
– Bisognerà aspettare fino al 1939 affinché il cinematografo riveda la luce col nuovo nome di “cinema Italia“. La nuova grande sala, con tanto di platea e galleria, viene edificata al civico 39 di corso XXVIII Ottobre, come venne ribattezzato negli anni 30 corso Lodi, in omaggio alla marcia fascista su Roma del ‘22.
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LA SECONDA GUERRA MONDIALE. POI LA RIPRESA ECONOMICA – Ciononostante, per il nuovo Italia, ora in grado di ospitare poco meno di 2000 persone, non si pensa ad altro di meglio che alle proiezioni di terza visione, ovvero quei film usciti nelle principali sale cittadine già da qualche mese, quando va bene, se non addirittura anni prima.
– Tuttavia, il cinematografo di Porta Romana diventa rapidamente un punto di riferimento per tutto il popoloso quartiere.
– Nel frattempo gli anni si susseguono velocemente. La Seconda guerra mondiale finisce e a Milano, come nel resto d’Italia, è tempo di ricostruzione. Dopo anni di stento il boom economico ridona speranza e ottimismo.
– Le famiglie milanesi si ritrovano in tasca qualche spicciolo in più da poter dedicare all’evasione. E quale migliore intrattenimento se non il cinema?
– La programmazione in piazzale Lodi, in questi anni, continua ad essere discreta, a tratti anche buona, senza tuttavia eccellere. Raramente si orienta verso il cinema d’autore. Meglio dedicarsi ai più redditizi film d’evasione e intrattenimento, pensano probabilmente i gestori. Ma non mancano neanche le proiezioni dei grandi classici del periodo.
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LA NASCITA DEL “MAESTOSO” – Per metterlo al passo con i tempi, però, nel 1975 la proprietà decide di rifargli il trucco. La ristrutturazione del cinema Italia ne diminuisce un po’ la capienza, ma questo finisce con l’andare a tutto vantaggio della comodità e della qualità visivo-sonora delle proiezioni.
Contestualmente, il Maestoso adotta il nome altisonante che lo renderà noto ai milanesi.
– L’occasione si presta pure per un salto di categoria: lo stesso anno, infatti, la sala si trasforma in cinema di seconda visione. Di lusso, per di più. Basta con i film usciti anni prima, magari già passati di moda, e spazio invece alle pellicole più nuove e accattivanti.
– Si tratta di un cambio di rotta che dona lustro alla nuova sala, allestita secondo i nuovi e moderni standard qualitativi e di sicurezza del periodo. Il salto di categoria fa indubbiamente bene anche alla programmazione che finalmente si allinea a quella dei più blasonati cinema del centro città.
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GLI ANNI ’80 – Gli anni 80, insieme con loro esuberanza e sfrontatezza, portano con loro anche un nuovo trend: il lento declino delle sale di terza e seconda visione. La fine di un’epoca probabilmente, ma l’inizio di un nuovo percorso.
– Il 1986 è un anno storico per il Maestoso poiché, dopo circa 70 anni di esistenza, si aprono finalmente le porte della serie A cinematografica: la proiezione dei film di prima visione. Ora il gap con le sale della Milano-bene è finalmente colmato.
– Anzi, su un altro versante, quello del comfort, si rischia anche il sorpasso: il Maestoso diventa presto anche sinonimo di comodità. Le ampie poltrone, infatti, ben distanziate tra loro, garantiscono un’ottima visibilità quasi da ogni posizione, rendendo preferibile, talvolta, la sala di corso Lodi ad altri più rinomati e storici cinema.
– In quello che ormai non è più un quartiere di periferia, ma semmai l’appendice più estrema di un centro allargato, il Maestoso vive circa un ventennio se non di gloria, comunque di buona prosperità.
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IL DECLINO E LA CHIUSURA DEFINITIVA: LA FINE DEGLI ANNI ’90 – Ma ad un certo punto, come spesso accade, qualcosa si guasta. La fine degli anni 90 si accompagna all’esordio dei multisala e dei multiplex (multisala costruiti fuori dai centri abitati, in prossimità o all’interno dei centri commerciali) i quali, neanche troppo lentamente, in pochi anni acquisiscono il controllo del mercato.
– Per le “piccole” sale, purtroppo, è tempo di fare i conti. Non esistono scorciatoie: non resta che adeguarsi al nuovo trend o segnare il passo davanti al crollo dei profitti. Ed è proprio il venir meno di un progetto nella direzione del multisala che induce la proprietà del cinema Maestoso, il 22 luglio 2007, a sventolare bandiera bianca.
– Novantacinque anni dopo quel lontano 1912, sulla storica sala di corso Lodi cala inesorabile il sipario.
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L’ABBANDONO E L’OCCUPAZIONE DEI CENTRI SOCIALI – Il resto è cronaca dei nostri giorni. Per circa sei anni, i due corpi di fabbrica (bar e cinematografo) di cui era composto l’ex cinema Maestoso, sono entrati nel triste e indecoroso novero dei palazzi milanesi abbandonati. In stato di degrado e progressiva fatiscenza, la sala è rimasta serrata, senza indicazione alcuna, nella speranza della proprietà che qualcuno ne rilevasse gli spazi.
– Questo fino a quando, il 18 giugno scorso, nelle prime ore del mattino, circa una ventina di ragazzi dei centri sociali hanno occupato la struttura. Nelle intenzioni del collettivo ribattezzatosi Ri-Make, quello di evitare l’ennesima speculazione edilizia mediante un recupero “creativo“ dei suoi locali. L’occupazione, però, ha avuto vita breve. Il 23 luglio l’ex cinema è stato sgomberato dalla Polizia.
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SI VENDE, ACQUIRENTI CERCASI – Ora il Maestoso è ufficialmente in vendita. A prezzo di saldo, per di più, complice la crisi del mattone.
– Forte dei suoi 1900 metri quadri, la struttura potrebbe essere destinata a centro commerciale o, addirittura, frazionata e messa a disposizione di più attività interessate all’acquisto. L’insonorizzazione, inoltre, ne garantisce i più svariati utilizzi. Insomma, c’è di che sbizzarrirsi, le ipotesi sono tante.
– Ma una cosa è certa: la magia di quei momenti trascorsi nel buio della sua sala, con gli occhi sgranati e trasognanti rivolti allo schermo, è persa per sempre.
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S.P.