L’operazione è stata compiuta dalla quinta sezione della Squadra Mobile di Milano. Le manette sono scattate per un uomo di 41 anni, di origine calabrese e con precedenti di giustizia, ritenuto il leader di una attivissima “banda del buco”, della quale gli altri membri erano già stati arrestati lo scorso ottobre.
I COLPI – Secondo quanto spiegato dalla Polizia di Stato, il gruppo di rapinatori era composto da sei persone.
– Specializzati in rapine in banca, i malviventi avrebbero effettuato almeno 2 colpi e uno solo tentato, ai danni di tre diversi istituti di credito del milanese, avvenuti tra il 2011 e il 2012.
IL MODUS OPERANDI – Le indagini hanno acclarato che i colpi iniziavano con lo studio delle planimetrie delle banche, che venivano studiate approfonditamente al fine di formulare la strategia d’assalto.
– Una volta recatisi sul luogo, i rapinatori scavavano un buco che, come nei migliori “copioni”, dai sotterranei degli edifici adiacenti, conduceva all’istituto bancario, dove facevano irruzione dopo l’orario di chiusura, sequestrando i dipendenti per farsi aprire il caveau e le casse temporizzate, subito svuotarle.
LO STUDIO DEL DNA – Gli investigatori hanno identificato i rapinatori grazie al DNA analizzato su alcuni indizi raccolti, come bottiglie e mozziconi di sigaretta ritrovati sul luogo della rapina a San Giuliano.
– Una volta analizzati gli elementi e incrociati i risultati con i tabulati telefonici del “leader” della banda, gli agenti sono riusciti a risalire all’uomo, latitante, raggiunto e arrestato a Roma, dove risiedeva.
LE RAPINE – Gli altri componenti della banda, tutti italiani tranne un ecuadoriano, erano già stati arrestati per aver rapinato 86mila euro, il 26 ottobre 2012, presso una banca dia San Giuliano Milanese.
– L’altra rapina riuscita è quella di marzo 2011 ai danni di un istituto in via Quarenghi, con un bottino di 37mila euro.
– Il colpo “andato storto” risale al 31 marzo 2011, in via Ripamonti, presso una filiale del Banco di Desio.