Flat Tax Agenzia delle Entrate, cos’è, come funziona, spiegazioni per tutti
La battaglia fiscale è ufficialmente entrata anche in Italia; in attesa che l’Unione Europea si doti di un’unione fiscale, ecco che arriva un provvedimento che farà discutere: la flat tax. Introdotta con la legge di bilancio 2017, è di fatto un’imposta sostitutiva valida sui redditi prodotti all’estero per gli stranieri che, rispettando alcuni paletti, intendono trasferire la loro residenza in Italia. L’obiettivo è quello di attrarre ed incentivare nel nostro Paese gli “High net worth individual”, ma il provvedimento fa discutere visto che tende a semplificare l’architettura fiscale dei soggetti ad alto reddito. Vediamo come funziona.
UNA “FINTA” FLAT TAX – E’ di pochi giorni fa la notizia che l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito le istruzioni e i documenti necessari per aderire al progetto dell’imposta sostitutiva per i redditi prodotti all’estero da parte di cittadini non residenti in Italia in nove degli ultimi dieci anni.
– Da subito il provvedimento, che ricordiamo essere contenuto nella legge di bilancio 2017, è stato ribattezzato come “flat tax”, anche se leggendolo nel dettaglio non pare essere proprio una misura di questo tipo.
– Nei paragrafi successivi approfondiremo bene l’impalcatura, ma in breve si tratta di un regime fiscale molto vantaggioso che va ad incentivare ricchi stranieri a trasferire la residenza in Italia.
COME FUNZIONA LA “FLAT TAX”? – 100 mila euro di imposte annue da pagare più 25 mila euro per ogni familiare che vorrà avvalersi della stessa opportunità, per una durata massima di 15 anni. E per poter aderire a questo programma sarà necessario aver trascorso fuori dall’Italia nove degli ultimi dieci anni.
– Queste persone, qualora volessero trasferire la residenza in Italia, continueranno a pagare la normale tassazione italiana sui redditi prodotti in Italia, mentre sarà loro concessa la tassazione forfettaria di 100 mila euro per i redditi da patrimoni che rimangono all’estero.
FLAT TAX, IMPOSTA CAPITARIA E CONDONO – Ed è questo il motivo per cui definire questo sistema “flat tax” non è propriamente corretto: il termine flat tax indica l’imposizione sul reddito formata da una sola aliquota.
– La nuova imposta per attirare ricchi stranieri, invece, è definibile come una “imposta capitaria”, ossia un’imposta a somma fissa ed eguale per tutta questa categoria di contribuenti.
– E non è nemmeno corretto parlare di condono visto che si rivolge a soggetti che con l’Italia, ad oggi, non hanno alcun tipo di rapporto fiscale, non sono debitori con lo Stato italiano di nulla, visto che sono residenti altrove.
I DUBBI DI INCOSTITUZIONALITÀ – Sono in molti ad aver sollevato dubbi di costituzionalità in merito al regime della “flat tax”. Dubbi legati soprattutto all’articolo 53 della Costituzione che recita che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
– Questi dubbi sono stati chiariti e smentiti da altri che vedono la “flat tax” come costituzionale visto che i soggetti coinvolti, sui redditi italiani, pagheranno le tasse come tutti gli altri soggetti.
UN GIOCO AL RIBASSO, IN ATTESA DELL’UNIONE FISCALE – Come vedere l’introduzione anche in Italia della “flat tax”? Sicuramente come la volontà di giocare al ribasso, nell’ambito di un’Unione Europea in cui troviamo sia potenziali paradisi fiscali che Stati con regimi fiscali sicuramente più vantaggiosi del nostro.
– E se l’utilizzo della leva fiscale da parte di Malta, Lussemburgo ed Irlanda consente a questi Paesi di avere la crescita percentuale del Pil tra le più alte d’Europa, perché non provare una misura di questo tipo per attirare in Italia soggetti con alti patrimoni?
Matteo Torti