Curare lo stress da rientro: consigli dei medici, alimentazione, decalogo pronto uso
Ansia, preoccupazione, malumore e una generale sensazione di insoddisfazione. Alzi la mano chi, al rientro dalle ferie, almeno una volta nella vita, non è caduto vittima di questi stati d’animo, tanto da pensare che le vacanze appena trascorse non fossero state altro che un miraggio. Ma niente paura, non c’è di che preoccuparsi – non troppo, almeno – siamo tutti in buona compagnia. Almeno 7 italiani su 10, infatti, al ritorno in città, soffrono di quella che gli americani chiamano “Post vacation blues” – dove “blue” non sta ad indicare il colore del mare, bensì la tristezza -, e che da noi è meglio nota con il nome un po’ inquietante di “Sindrome da rientro”.
LO STUDIO DELL’OSSERVATORIO SANPELLEGRINO – A dirlo è uno studio dell’Osservatorio Sanpellegrino condotto raccogliendo le opinioni online di circa 1000 italiani, uomini e donne, attraverso il monitoraggio di social network, forum e delle varie community digitali. Il tutto avvalendosi, per l’analisi, anche del parere di 60 esperti tra psicologi, sociologi e nutrizionisti.
– Secondo i dati pubblicati dagli studiosi dell‘Osservatorio, se un italiano su 3 (31%), complice la crisi, ha dovuto rinunciare alle vacanze, per circa il 24% dei fortunati vacanzieri, invece, le vacanze sembrano non essere durate a sufficienza.
– Altro che serenità e distensione, quindi. Solo 2 su 10 (16%), sostengono di aver realmente beneficiato del tempo trascorso in villeggiatura.
– A dichiararsi “abbastanza soddisfatto”, invece, è solo il 17%.
– Per tutti gli altri (7 su 10), infatti, rientrare in città fa rima, purtroppo, con ansia (43%), preoccupazione (33%) e, talvolta, nei casi più gravi, addirittura con la depressione (27%).
SINDROME DA RIENTRO – La “sindrome da rientro”, tra l’altro, matura subdolamente, insinuandosi negli animi degli italiani già durante la vacanza, magari ancora lontana dalla sua conclusione.
– Per sei persone su 10 (59%) l’angoscia sale solo all’idea di rivivere l’estenuante routine quotidiana, quel casa-lavoro alienante che, il più delle volte, fa arrivare stremati quando l’estate non è ancora cominciata.
– A seguire, nella classifica degli “orrori quotidiani”, per il 47% ci sono gli stati d’ansia legati al lavoro, alla vita pendolare (32%) e, forse, i più fantozziani di tutti, quelli legati alla temutissima sveglia mattutina (21%).
– Una vitaccia, insomma, nei confronti della quale un italiano su 3 non si sente ancora psicologicamente preparato. E nel 18% di questi casi, sono la svogliatezza e la poca concentrazione a farla da padrone.
VACANZE, ARMA A DOPPIO TAGLIO? – A questo punto, però, la domanda sorge spontanea: forse che le vacanze, in realtà, altro non siano che un’arma a doppio taglio, a danno dei “poveri” vacanzieri?
– “L’adattamento ad un cambiamento comporta uno sforzo – spiega Francesca Chiricozzi, psicoterapeuta e neuropsicologa della Sapienza di Roma -. Quando questo è richiesto a livelli troppo elevati e in tempi troppo repentini, il nostro organismo legge tali richieste come segnali che lo pongono in uno stato di allerta. Da qui la condizione di stress e l’attivazione di risposte fisiologiche necessarie a difendersi dalla situazione di disagio psicologico”.
DISTURBI PSICO-FISICI – I disturbi da “Post vacation blues”, tuttavia, non sono solo psicologici.
– Il 16% degli italiani dichiara di sentirsi fisicamente appesantito. Colpa unicamente degli eccessi legati all’alimentazione?
– Per Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, nonché specialista in Scienza della Nutrizione Umana all’Università La Sapienza di Roma, la risposta va ricerca, semmai, nell’ansia legata alla ripresa dell’attività scolastica o lavorativa.
– “Quanto più drastico è il passaggio tra la vacanza e il lavoro – sottolinea Piretta – tanto più è evidente quella che possiamo definire sindrome da rientro. Questa è tipicamente caratterizzata da malessere generale, affaticamento, astenia, irritabilità e disturbi del sonno. Alcuni di questi sintomi sono di indole psicologica altri derivanti da deficit nutrizionali e disidratazione”.
LAVORO… CHE ANSIA! – Il lavoro, già: talvolta fonte di gioia e soddisfazione e, molto più spesso, sinonimo di costrizione e sedentarietà (per il 29% degli italiani), di incomprensione con colleghi e datori di lavoro (23%), ansia da risultati (18%) e da spostamenti (15%).
– A complicare le cose, vi è anche – per il 24% delle persone – l’insoddisfazione per ciò che si fa.
RIPARTIRE CON IL PIEDE GIUSTO: L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE – Per far sì, quindi, che il ritorno alla normale vita quotidiana non ci colga impreparati, traducendosi in una sorta di psicodramma, è fondamentale ripartire con il piede giusto.
– L’alimentazione, in questi casi, ha un ruolo determinante. A cominciare dalla prima colazione.
– “Numerose pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato come l’omissione della prima colazione riduca la performance, sia in termini di minore capacità di concentrazione, che di rendimento nelle attività fisiche – conferma il dottor Piretta.
– “Tuttavia – aggiunge lo specialista – non conta solo il cibo, bensì anche l’acqua. Nella prima fase del rientro, sono consigliate acque ricche di minerali per recuperare i sali persi durante l’estate e che continueranno a perdersi per le elevate temperature che di norma perdurano ancora per un mese dopo il rientro”.
– Sulla stessa lunghezza d’onda anche la dottoressa Chiricozzi: “Un giusto apporto idrosalino aiuta a mantenere un equilibrio sia del tono dell’umore che delle capacità intellettive. In particolare l’idratazione ha un ruolo preponderante nel permettere di non avere cali di memoria e di attenzione (abilità estremamente condizionate dalla sindrome da stress da rientro) e nel non produrre un calo nei tempi di concentrazione e dei riflessi visivi e motori”.
IL DECALOGO PER UN BUON RIENTRO – Di seguito 10 utili consigli per ricominciare col giusto pieno di energia e buonumore:
1. Dedicarsi ad attività piacevoli per favorire il relax durante gli ultimi giorni di vacanza prima del ritorno a casa;
2. Dormire le necessarie ore di sonno;
3. Continuare a svolgere attività all‘aria aperta poiché viene stimolata la produzione di endorfine che migliorano il tono dell‘umore;
4. Programmare il rientro e riprendere con gradualità gli impegni;
5. Seguire orari regolari dei pasti (possibilmente 5 piccoli pasti al giorno);
6. Bere regolarmente acque ricche di sali minerali;
7. Continuare a consumare grandi quantità di frutta e verdure fresche e di stagione;
8. Ridurre l’apporto calorico per chi è in sovrappeso;
9. Eliminare l’alcol per un mese;
10. Ricordarsi che… un anno, in fondo, passa velocemente!
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S.P.
Foto: wikipedia.org