Tevez rifiuta l’Inter ma Moratti invia l’offerta al City, guerra totale sul mercato
La trattativa Inter-Tevez è ufficialmente partita. Dopo il summit di mercato di ieri tra Moratti, il figlio Angelo Mario, Branca e Filucchi, la dirigenza neroazzurra ha inviato oggi pomeriggio la propria offerta alla società inglese: prestito gratuito con vincolo di riscatto a 25 milioni di euro più 2 di bonus. Ora si attende la risposta del club di Mansur Bin Zayed che, di fatto, costringerà i rossoneri a pareggiare le cifre del Biscione.
L’OFFERTA DELL’INTER – Alla faccia del Fair Play Finanziario o, come direbbe il dottor Paolillo, del Financial Fair Play; dopo aver definito la cessione di Eto’o in estate ed aver, a momenti, tentato di “sbolognare” anche Snejider, il presidente interista si rifionda sul mercato puntando tutto, soldi e faccia, su Carlitos Tevez.
- Prestito gratuito, al pari del Milan, ma con vincolo di riscatto fissato, per giugno 2012, a 25 milioni di euro più altri 2 di bonus legate ai traguardi individuali e di squadra.
- È questa l’offerta con il quale il presidente interista vuole “sbancare il banco” in casa Manchester, sponda City.
MORATTI, JOORABCHIAN ED IL PETROLIO – L’oro nero. Ciò che ultimamente fa decollare le trattative di mercato in Corso Vittorio Emanuele non sembra essere la logica tattica o le esigenze tecniche dell’allenatore, quanto piuttosto il petrolio.
- In molti hanno giustificato la cessione estiva di Samuel Eto’o al club russo dell’Anzhi come una sorta di scambio di favori tra petrolieri: Massimo Moratti con la Saras in difficoltà da una parte e Sulejman Kerimov, azionista della Gazprom, dall’altra.
- Ed in altrettanti definiscono il vantaggio che l’Inter potrebbe sfruttare nella trattativa Tevez basato sugli interessi che legano Massimo Moratti e la sua Saras con Kia Joorabchian, procuratore dell’Apache nonché uomo influente nel suo Paese, l’Iran.
- Eh già, pare che l’agente dell’argentino sia un abile manovratore di fili e trattative complesse, di natura petrolifera, con il quale il numero 1 del Biscione ha definito, in passato, rapporti importanti, sin dai tempi del padre di Kia, Mohamed Joorabchian.
- Il presidente neroazzurro ed il procuratore iraniano di Tevez sono poi legati da un curioso retroscena: in prossimità dei Mondiali di Francia del 1998, Joorabchian ottenne l’ospitalità dell’Inter in quel di Appiano Gentile, organizzando un’amichevole tra la “propria” nazionalità ed una selezione interista, allora allenata ancora da Gigi Simoni. Per doveri di cronaca, il match si concluse 4 a 1 per gli ospiti.
IL PETROLIO? A TEVEZ NON INTERESSA – Ma non è solamente una questione di petrolio o di soldi, fortunatamente. Moratti, conscio di essere in ritardo rispetto al Milan nel trattare il giocatore, sta cercando di puntare tutto sul “money-charm”.
- È di stamattina una telefonata tra il numero uno neroazzurro e l’amico, oltre che “socio” in affari, Kia. La risposta è stata netta e secca, alla faccia del petrolio: “Carlitos Tevez vuole giocare al fianco di Ibrahimovic al Milan”.
- Niente di nuovo sul fronte Apache: assistente ed assistito hanno più volte manifestato la voglia di indossare la casacca del Milan rifiutando, poco meno di un mese fa, il “money-charm” del Psg di Leonardo.
MORATTI: OK IL DISPETTO, MA OCCHIO ALLA FACCIA – Dispetto o reale interesse? Reale interesse o dispetto? È questa la domanda che, più che i supporters rossoneri, si stanno facendo i tifosi interisti che, dalla rassegnazione nel vedere l’argentino al Diavolo, si sono ritrovati con la presunta certezza di poter tifare per Carlitos a breve. Dove sta la verità?
- Che Moratti sia un presidente impulsivo è fuori discussione; che l’Inter sia, nel senso buono del termine, “Pazza” altrettanto. Ma siamo sicuri che un’operazione che, tra cartellino ed ingaggio lordo, supera abbondantemente i 100 milioni di euro possa essere istitutita e definita con una tale illogicità?
- C’è anche chi, tra gli interisti, è sicuro che l’intervento di Moratti sia solo un favore fatto all’amico Mancini per mettere fretta ai cugini rossoneri e per aumentare il prezzo. In questo caso la domanda sarebbe: spendersi pubblicamente non rischia di illudere parte dei tifosi?
Matteo Torti