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Felice Natalino lascia l’Inter e il calcio, soffre di una grave aritmia cardiaca

Logo_InterDi calcio si può vivere, ma non si può morire. Non ci sono altre parole per riassumere la storia di Felice Natalino. Nato a Lamezia Terme il 24 marzo del 1992, il difensore dice addio alla sua carriera da calciatore. Il motivo? Una grave aritmia cardiaca scoperta pochi mesi fa. Una vicenda che tocca il cuore di milioni di tifosi, non solo neroazzurri.

 

DAL CROTONE ALLA CHAMPIONS LEAGUE: IL SOGNO DI NATALINO – Nato a Lamezia Terme nel marzo del 1992, Natalino inizia a tirare i primi calci al pallone nelle giovanili del Crotone. La svolta della sua carriera arriva molto presto: nel 2008 l’Inter, in compartecipazione con il Genoa, acquista il suo cartellino per la cifra record di 1,2 milioni di euro.

– Non deve aspettare molto per esordire in Serie A. E’ il 28 novembre del 2010 quando Rafa Benitez decide di affidarsi a lui per sostituire un altro baby interista, Davide Santon. E’ il 46′ di Inter – Parma (finita poi 5 a 2) quando il sogno di Natalino inizia.

– Passano poche settimane e Felice fa il suo esordio anche in Champions League. E’ il 7 dicembre del 2010 e Natalino prende il posto di capitan Zanetti nella sfida persa 3 a 0 contro il Werder Brema. Nel mezzo anche una presenza contro la Lazio. Sono questi i tre gettoni che Natalino colleziona nella sua prima stagione da futuro campione.

– La prima stagione in neroazzurro è travagliata per aspetti tecnici legati ai molti infortuni ed al cambio di allenatore. L’estate seguente la società di Massimo Moratti lo cede in prestito secco all’Hellas Verona.

– In Veneto non può giocare per un errore burocratico, quindi a gennaio del 2012 ritorna nella sua Crotone. Nonostante una sola presenza, i neroazzurri decidono di riscattare completamente il suo cartellino dal Genoa. Vogliono dare fiducia a chi ha dimostrato sempre professionalità e serietà.

– Nonostante la tenera età, la sua bacheca neroazzurra è già molto ricca visto che vanta una Champions Under-18 Challenge ed un Torneo di Viareggio con le Giovanili, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Italia nelle competizioni nazionali ed una Coppa del Mondo per club in ambito europeo.

 

LA CRISI CARDIACA – La seconda vita con la maglia del Biscione non inizia nel migliore dei modi. Lo staff medico gli riscontra un problema cardiaco e lo esclude dall’attività agonistica.

– Lo scorso mese di febbraio accusa un malessere e viene operato. Soffre di una forte aritmia cardiaca ed i medici sono subito chiari: rischia la carriera.

– Il padre fa chiarezza: “Sta bene. Tra un mese e mezzo sapremo se può tornare a giocare. Se potrà, non sarà prima di cinque mesi. La nostra gioia è vederlo in salute, il resto si vedrà. Ringrazio la famiglia Moratti, i medici dell’Inter e tutti quelli che ci hanno aiutato”.

 

LE SUE PRIME PAROLE – I cinque mesi sono passati ed arriviamo al 31 ottobre 2013, quando Felice Natalino annuncia via Twitter che la vita vale molto di più di un sogno.

– “Purtroppo il Destino ha voluto diversamente! Ma rimarrà per sempre in me l’onore di aver giocato con Dei come Lui! (Eto’o, ndr)”.

– Poi le parole alla carta stampata: “Il mio medico mi ha detto che non era il caso di forzare e bisognava evitare troppo stress al mio cuore. Sono triste da una parte, ma felice dall’altra: sto bene, questo è quello che conta”.

 

UN PO’ DI ORGOGLIO ITALIANO – Parli di Felice Natalino ed è impossibile non pensare a Nwankwo Kanu. Non serve essere dei grandi appassionati di calcio per conoscere, almeno in modo superficiale, la storia di questo calciatore nigeriano approdato all’Inter nel 1996 dopo aver vinto la medaglia d’Oro con la sua Nazionale alle Olimpiadi di Atlanta.

– Durante le visite mediche di rito, evidentemente migliori di quelle fatte in Olanda ai tempi dell’Ajax, gli venne evidenziata una disfunzione cardiaca congenita. La società Inter non chiese rimborsi e non risolvette il contratto.

– Anzi, Massimo Moratti si occupò personalmente della vicenda e finanziò il delicato intervento chirurgico che porto al nigeriano una valvola aortica nuova. La sua carriera riprese nella primavera del 1998, quasi due anni dopo e proseguì in Inghilterra all’Arsenal prima ed al West Bromwich ed al Portsmouth poi.

– Il confronto dei casi Nwankwo Kanu e Felice Natalino per dire cosa? Che la medicina sportiva è un vanto, un fiore all’occhiello del nostro Paese.

– Un settore professionale che, come conferma lo stesso Natalino, non è presente allo stesso livello in altri Paesi: “Mi è stato detto che all’estero sarebbe possibile tornare a giocare, ma sono io che non voglio sforzare il mio cuore. Non si tratta di avere un nulla osta agonistico, senza il consenso del mio medico, Simone Sala del San Raffaele, non avrei mai fatto nulla di più di quello che faccio ora”.

– Sì. Bravo Felice. Di calcio si può vivere, ma non si può morire.

 

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Matteo Torti

 

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