Crisi Inter e Milan, analisi e confronto rispetto al 2013, la Champions è lontana
Milan sconfitto in quel di Genova e Inter rimontata in casa contro l’Udinese dell’ex Stramaccioni. La giornata di campionato che si è appena conclusa è stata a dir poco inquietante per le due milanesi che, proprio nel giorno della festa di Sant’Ambrogio, si sono viste suonare il de profundis dagli avversari. I numeri sono impietosi: 21 punti per i rossoneri, 17 per i neroazzurri. Inzaghi prosegue sul leitmotiv dell’altalena, Mancini non riesce nemmeno a eguagliare il poco fatto da Mazzarri. Il terzo posto sembra un’utopia.
UNA GIORNATA DA DIMENTICARE – Era dal 1969 che entrambe le formazioni milanesi non riuscivano a vincere nel giorno degli “Oh Bej Oh Bej”. Quella conclusasi ieri sera con il doppio posticipo del lunedì è stata una giornata assolutamente da dimenticare.
– Milan sconfitto a Genoa e Inter rimontata in casa contro l’Udinese. Due gare che hanno messo in mostra tutte, e sono molte, le lacune delle due formazioni meneghine. Due gare che rischiano di segnare in modo indelebile il prosieguo della stagione.
– Rossoneri sempre in formato altalena che soffrono nuovamente il salto definitivo e non riescono a dare seguito alla bella prova offerta contro l’Udinese e Inter ancora alla ricerca di una propria identità, con Mancini che in tre gare ha uno score di 0,33 punti a partita.
MILAN: SEI MENEZ-DIPENDENTE? – La domanda è assolutamente lecita. Anche perchè si sta parlando di una possibile dipendenza rossonera non verso un grande campione, come poteva essere quando i rossoneri vantano attaccanti del calibro di Ibrahimovic, Kakà, Shevchenko o Inzaghi, ma verso un discreto giocatore, nella fattispecie Jeremy Menez, che quando si accende sa regalare attimi di grande calcio, ma nulla più.
– Il Milan, dopo aver deciso che il vero nove della rosa è il francesino ex Psg, ha scoperto di essere incredibilmente dipendente da Jeremy. Quando il francese è in forma, vedasi le prime gare della stagione contro Lazio e Parma piuttosto che la recente sfida contro l’Udinese, l’intera squadra gira, si diverte, gioca, segna e vince. Ma se il francese non si illumina, i rossoneri crollano su loro stessi.
– El Shaarawi è evanescente, opaco, poco brillante e lucido, è un lontano ricordo quel Faraone che incantava tutto e tutti nei primi sei mesi di due stagioni fa. Honda, autore di un inizio di stagione interessante, è presto tornato sui suoi normali e inevitabili livelli.
– Parlare di Pazzini e Niang è pressoché inutile; comprimari con tanta voglia di fare, ma poco supportati dai mezzi tecnici e dalla fortuna. Un capitolo a parte merita Fernando Torres: arrivato come il grande acquisto è diventato, ben presto, un peso più che un valore aggiunto.
– E se ai problemi offensivi si aggiunge un centrocampo che, stagione dopo stagione, si è impoverito dal punto di vista tecnico e si è infoltito di mezzi ex giocatori, vedasi Muntari ed Essien, più inclini “a far legna” che a creare gioco e una difesa sempre più latitante sul fronte della concentrazione, il risultato non può essere questo.
– Una squadra da 5°-8° posto come lo scorso anno dove le uniche note liete sono Diego Lopez, Alex (quando non è infortunato), Bonaventura e Menez. Troppo poco per chi si chiama Milan; troppo poco per chi ambisce ad arrivare nelle prime tre per accedere, anche via Playoff, alla Champions League.
INTER: CHE DESOLAZIONE – Veder giocare Nagatomo piuttosto che Dodò sulle fasce che erano di proprietà di Zanetti, piuttosto che Kuzmanovic e Medel nei ruoli che erano di Cambiasso e Stankovic non può che mettere tristezza e delusione. Una squadra si costruisce con acquisti intelligenti, non dando 4 milioni di euro a Mancini dopo averne offerti 3,8 a Mazzarri.
– Le difficoltà partono da lontano e Mancini se ne sta accorgendo. Fortunatamente per lui gode di una infinita credibilità e riconoscenza dal popolo neroazzurro e questo gli ha evitato i primi fischi che, continuando su questo trend, arriveranno impietosi ben presto.
– Un declino continuo e costante a cui anche Mancini non sembra riuscire a porre rimedio. Manca sicurezza? Manca impegno? Mancano interpreti? Tutto vero e tutto falso. Quest’Inter non può vivacchiare nella side b della classifica con soli 6 punti di distanza dalla linea salvezza.
– Il cambio di modulo chiesto a gran voce dai tifosi e imposto da Mancini non sembra sortire gli effetti sperati. Contro Milan, Saint Etienne, Roma e Udinese i neroazzurri hanno subito la bellezza di 8 reti. Troppe per chi vanta in porta un campione del calibro di Samir Handanovic.
– E il caso Vidic rischia di farsi sentire. Il problema del serbo, ai tempi di Mazzarri, era la non abitudine a giocare a 3. Ma perché l’ex United non gioca nemmeno con Mancini e con la difesa a 4? E perchè insistere con lo schierare Kovacic largo in attacco come se fosse un Quaresma qualunque?
I NUMERI SONO IMPIETOSI – I numeri, manco a dirlo, sono impietosi. La distanza dalla capolista Juventus, dopo sole 14 giornate, è impressionante: 14 punti in meno per il Milan e 18 di distanza per l’Inter, con i bianconeri che hanno fatto più del doppio dei punti neroazzurri.
– Ma se il primo posto per le milanesi era evidentemente una chimera anche a inizio stagione, la terza piazza era per entrambe un obiettivo più che raggiungibile. Un obiettivo che, ad oggi, vede essere occupato dal sogno Genoa, terzo a 26 punti, con un vantaggio di 5 punti sui rossoneri e di 9 sui neroazzurri.
– Un gap, dirà qualcuno, colmabile sul lungo periodo visto che davanti ci sono squadre come Genoa, Sampdoria e Udinese, ma anche lo scorso anno si diceva la stessa cosa quando davanti alle milanesi trovavamo, a turno, Parma e Torino.
– E se si confronta la classifica di quest’anno con quella della scorsa stagione il malessere non può che aumentare: l’Inter, alla 14° giornata, viaggia con dieci punti in meno di un anno fa. 17 contro i 27 dell’anno scorso, quando i gol segnati erano 31 e quelli subiti 14 (oggi siamo a 21 fatti e 21 incassati).
– Poco meglio ha fatto il Milan passato dai 17 punti dello scorso anno ai 21 di questa stagione. Ma le prossime due sfide, ricordiamo contro Napoli e Roma, rischiano di peggiorare anche il rollino di marcia del Diavolo che, da qui a Natale, rischia di essere risucchiato a metà classifica.
IL SALVAGENTE MERCATO – Entrambi, almeno fino ad adesso, hanno deluso le attese. Il Milan da Inzaghi si aspettava molta più grinta e foga agonistica; l’Inter da Mancini si attendeva subito risultati. Non è arrivato niente di tutto questo. E allora? Cosa fare?
– Non resta che aspettare l’apertura del calciomercato di riparazione sperando di trovare qualche scontento di rilievo o qualche svincolato interessante a cui affidare il rilancio nel girone di ritorno.
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Matteo Torti