Milan venduto ai cinesi, 740 milioni di euro per il 99,93% dei rossoneri. E parte il calciomercato
Venerdì 5 agosto 2016: una nuova data storica per il Milan. Silvio Berlusconi, dopo 11.124 giorni da presidente rossonero, lascia la società in mano ai cinesi. La compagine societaria cinese è cambiata nelle ultime ore e si è fatta forte la presenza del Governo: 740 milioni di euro, compresi i 220 di debiti, per rilevare il 99,93% del Diavolo. Preliminare firmato, entro la fine del 2016 ci sarà il closing. Ora il calciomercato del Milan può decollare: in arrivo 15 milioni, a breve ne verranno versati altri 85. Silvio Berlusconi rimarrà presidente onorario.
DECISIVO L’INCONTRO A VILLA CERTOSA – Proprio quando iniziavan a trapelare dubbi sulla buona riuscita della trattativa con gli investitori cinesi guidati da Sal Galatioto e Gancikoff, ecco lo scatto decisivo. La firma sul preliminare è avvenuta a Villa Certosa, tra Danilo Pellegrino, amministratore delegato di Fininvest, e Han Li, rappresentate del gruppo di investitori cinesi.
– La società che ha acquisito il club rossonero si chiama Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Co.Ltd e qui troviamo, tra le altre, la Haixia Capital, un fondo di Stato cinese per lo sviluppo e gli investimenti.
– C’è poi la presenza di Yonghong Li, chairman della management company sopra citata e una serie di altri investitori, alcuni dei quali a controllo statale, che verranno resi noti in seguito.
IL COMUNICATO DI FININVEST – 740 milioni di euro complessivi, compresa la situazione debitoria di 220 milioni, per il 99,93% dell’Ac Milan, ossia le quote detenute da Fininvest. Il preliminare di oggi, a differenza di quello firmato un anno fa con Mr Bee, è vincolante; il closing avverrà entro la fine del 2016.
– “Il presidente Silvio Berlusconi – inizia così il comunicato con cui Fininvest annuncia la firma del preliminare vincolante – ha approvato il contratto preliminare firmato dall’amministratore delegato di Fininvest, Danilo Pellegrino, e da Han Li, rappresentante di un gruppo di investitori cinesi, relativo alla compravendita dell’intera partecipazione – pari al 99,93% – detenuta dalla stessa Fininvest nell’AC Milan”.
– Importanti sviluppi anche sul fronte patrimoniale e di calciomercato: “Con l’accordo, gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario di AC Milan, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di un triennio (di cui 100 milioni da versare al momento del “closing”). Il contratto prevede anche che con il “signing” gli acquirenti mettano a disposizione una caparra, a conferma degli impegni assunti, pari a 100 milioni di euro, di cui 15 contestualmente alla firma e 85 entro 35 giorni”.
UNA STORIA LUNGA 11.124 GIORNI – Dal 20 febbraio del 1986 al 5 agosto del 2016. 11.124 giorni di soddisfazioni e vittorie, di passione e glorie. Con la firma del preliminare vincolante, a Milanello si è chiusa un’epoca, quella targata Silvio Berlusconi. 30 anni in cui il presidente rossonero ha alzato al cielo 28 trofei.
– Era il 20 febbraio del 1986 quando Silvio Berlusconi rilevò un Milan in profonda crisi, con un obiettivo ben preciso: costruire la squadra più forte del mondo. Subito con sé due pedine che hanno caratterizzato la storia del Diavolo: Nils Liedholm in panchina e Adriano Galliani in dirigenza.
– Il primo trofeo della gestione Berlusconi arriva solamente due anni dopo, il 15 maggio del 1988. Rossoneri che pareggiano a Como e diventano campioni d’Italia per l’11esima volta, la prima sotto la nuova gestione. Uno scudetto targato Ruud Gullit, protagonista al Milan e nel Mondo con la conquista del Pallone d’Oro.
– Inizia il primo ciclo d’oro dei rossoneri: passa un anno e i rossoneri si trovano sul tetto d’Europa con un magnifico 4-0 sullo Steaua Bucarest. Nel 1990 la storia si ripete: 23 maggio e 1 a 0 al Benfica con il secondo capolavoro di Arrigo Sacchi.
– Via un campione, dentro un altro. Arriva Fabio Capello, ancora sconosciuto ai più e inizia un nuovo ciclo vincente. Diventa il Milan degli invincibili, il Milan di Van Basten, il Milan capace nel 1994 di battere 4 a 0 il Barcellona di Cruijff.
– Qualche anno buio dopo gli addii di Capello e Van Basten prima dello scudetto firmato Zaccheroni, autore di una memorabile rimonta sulla Lazio nelle ultime giornate.
– Dopo Sacchi e Capello, arriva il terzo grande allenatore italiano in casa Milan. Si chiama Carlo Ancelotti; è il 2001 e nel 2003 arriva una delle gioie più grandi della gestione Berlusconi: la vittoria della Champions League a Manchester contro la Juventus, ai rigori.
– Il 2005 è l’unico anno che, parole di Berlusconi, cancellerebbe. La sconfitta di Istanbul brucia ancora, ma nel 2007 arriva la “vendetta” ai Reds: 2 a 1 con doppietta di Super Pippo nell’anno dello scandalo Calciopoli. A dicembre i rossoneri tornano anche sul tetto del mondo battendo il Boca Juniors.
– Finita l’era Ancelotti, dopo la transizione Leonardo, arriva Allegri: scudetto al primo anno, 2° posto al secondo e 3° con un’incredibile rimonta al terzo. Ma tra il tecnico livornese e il presidente rossonero l’amore non sboccia e Silvio lo silura per dar spazio a Seedorf prima e Inzaghi poi, per finire con Mihajlovic.
– Il presente si chiama Vincenzo Montella, il presente è però targato Cina.
VIA AL CALCIOMERCATO – Lo sbarco du Gustavo Gomez, difensore paraguaiano, è stato il primo segnale; doveva arrivare in prestito con diritto di riscatto, invece è arrivato a titolo definitivo. 8 i milioni di euro spesi per lui.
– Ora Galliani punta Sosa del Besiktas, ma anche Musacchio del Villareal e Pavoletti del Genoa. Altri nomi sul taccuino dell’ad sono Cuadrado del Chelsea e Kovacic del Real Madrid, due affari da chiudere con un prestito con diritto di riscatto.
– A poco meno di un mese dalla chiusura, il calciomercato del Milan può finalmente partire. Ad una condizione, però: le scelte devono essere condivise tra l’attuale e la nuova dirigenza.
FINISCE L’ERA DEI SOGNI E DELLA PASSIONE – Signing, closing e investitori cinesi. Una cosa è certa: l’era dei sogni e della passione è finita anche in casa Milan.
– Dopo l’Inter, anche l’altra società meneghina passa di mano e vede il dominio degli investitori cinesi; saranno sicuramente bravi a condurre una società, ma difficilmente riusciranno a far battere i cuori dei tifosi come sono stato in grado di fare, a volte bene e a volte meno bene, Moratti e Berlusconi.
Matteo Torti