Closing Milan 14 aprile 2017, Elliott sblocca ma c’è il rischio di un Thohir bis
14 aprile 2017: questa potrebbe essere veramente la volta buona per il closing del Milan. La data è definita, la compagine societaria pare essere più chiara. Ma se sul closing c’è molta fiducia, permangono i dubbi sul futuro dei rossoneri. Dal far parte di una strategia politica cinese verso il settore calcio siamo finiti in mano a una serie di fondi di investimento che hanno prestato ingenti capitali a Yonghong Li che diventerà il vero proprietario rossonero. Un’operazione alla Thohir che, proprio per il recente esempio, non porta molta fiducia nei cuori rossoneri.
LA SVOLTA ARRIVA SABATO 25 MARZO DAL LUSSEMBURGO – Sono da poco passate le 18 di sabato 25 marzo quando un comunicato ufficiale di Fininvest cambia radicalmente lo scenario presente e futuro del Milan. Fuori Ses e la Cina, dentro fondi di investimento e capitali provenienti dal Lussemburgo.
– “A seguito di una approfondita analisi – recita il comunicato della controllante del Milan – è stata definita una nuova struttura, completamente esterna alla Cina, al fine di portare a termine la transazione. La nuova entità che ha formalmente preso il posto di SES nell’operazione è la Rossoneri Sport Investment Lux, controllata da Yonghong Li”.
– “Con riferimento all’accordo firmato con Fininvest S.p.A., che prevede per venerdì 14 aprile la data del closing relativo alla compravendita della partecipazione detenuta dalla stessa Fininvest nell’AC Milan, Rossoneri Sport Investment Lux annuncia che sono stati perfezionati gli accordi per la messa a disposizione di tutti i fondi necessari a finalizzare l’acquisizione”.
– Un comunicato che, dopo settimane di incertezze e di continui rimandi, sembra decretare la parola fine alla trattativa. I capitali ci sono, la nuova compagine societaria è stata creata, l’uomo forte – Yonghong Li – è sempre presente e desideroso di proseguire la compravendita della società rossonera.
ELLIOTT IN SOCCORSO DI YONGHONG LI – Il problema principale dei continui rimandi delle settimane precedenti era stata la svolta nella politica cinese che aveva bloccato la fuoriuscita dal Paese di ingenti capitali.
– Di fronte a questa mossa di Pechino, Li aveva avuto difficoltà a reperire al di fuori della Cina i capitali necessari per chiudere un’operazione avviata, ormai, un anno fa. Ma anche grazie alle conoscenze finanziarie di Fassone, futuro ad rossonero, ecco la svolta.
– Prestito di 303 milioni da parte del fondo americano Elliott: 253 milioni di euro in una prima fase, di cui 180 per il closing e 73 per la gestione della stagione in corso e, in una seconda fase, un’ulteriore tranche di 50 milioni destinati a supportare lo sviluppo rossonero.
– La nota negativa sono i tassi di interesse: 11,5% per i primi 180 milioni di euro, il 7,7% per gli altri 50.
IL SOGNO DI UN GRANDE MILAN, IL PERICOLO DI UN THOHIR-BIS – Trovare degli investitori da coinvolgere nei progetti finanziati, cercando di massimizzare la crescita del fatturato anche a dispetto di altri parametri come l’indebitamento, per poi iniziare un processo di vendita e far registrare delle plusvalenza. L’ottica dei fondi di investimento, mondo di cui Elliott fa parte, è semplicemente questa.
– E dietro questo modus operandi si possono delineare diversi scenari che, in ogni caso, non hanno nulla in comune con la passione e con la voglia di fare del bene al Milan. Dietro ci sono logiche finanziarie, non industriali, c’è una visione che deve essere necessariamente di breve periodo, non di medio-lungo termine.
– Il paragone che inizia a circolare è quello con l’operazione Thohir-Inter. Se l’acquisto di Suning rientra nell’ambito di un’operazione industriale, dove una grande azienda differenzia i suoi investimenti sfruttando un’ottica di medio-lungo termine che è la strategia cinese di dominare anche in ambito calcistico, quello di Thohir si posiziona all’opposto.
– Operazione speculativa, con l’idea di riportare il Milan a certi livelli nel minor tempo possibile affinché abbia ritorni economici importanti per poi riuscire a piazzare delle quote del club, facendo registrare plusvalenze. Esattamente come Thohir che, in poco più di un anno, realizzò una plusvalenza maggiore ai 50 milioni di euro, senza considerare quei 10-12 milioni introitati grazie agli interessi sui soldi prestati alla società Inter.
PRESTO, TROPPO PRESTO, PER SOGNARE IN GRANDE – 100-150 milioni di budget? Sicuramente è presto per parlare di questo. Ora tutti gli sforzi sono rivolti al closing, sulla gestione futura possiamo solo appellarci all’idea di Berlusconi di voler lasciare il Milan a solide mani.
– Ma parlare di budget è veramente prematuro e il rischio di entrare in un circolo finanziario vizioso è notevole: per soddisfare l’obiettivo della crescita del fatturato bisogna tornare in Europa, ma per tornare in Europa servono gli investimenti. Per investire servono capitali, ma per farsi prestare dei capitali Yonghong Li dovrà farsi dare ulteriori linee di credito che fruttano interessi e che andranno ad erodere il budget per gli investimenti.
Matteo Torti