Cori ultras Milan – Juventus contro i napoletani, tutti contro la discriminazione territoriale di Tosel
Nella storia del calcio, probabilmente, non si è mai verificato nulla di simile. Difficile, per non dire impossibile, trovare una decisione del “palazzo” che abbia messo d’accordo tutti: Tifosi di ogni squadra, giocatori, società e giornalisti. Di cosa stiamo parlando? Semplice: della discriminazione territoriale introdotta da Tosel, già costata le porte chiuse per Milan – Udinese. E’ di ieri la presa di posizione della Curva Nord dell’Inter. Ed indovinate da che parte si pone? In favore dei cugini milanesi.
DOVE TUTTO EBBE INIZIO … – Era il 23 settembre 2013 quando Tosel faceva conoscere, perla prima volta nella storia del calcio, il concetto di “discriminazione territoriale”.
– A cosa si riferiva? Ai cori intonati dai supporter rossoneri ed indirizzati contro i napoletani in occasione di Milan – Napoli. La sanzione fu immediata: chiusura del secondo anello blu per la gara casalinga contro la Sampdoria.
– Una decisione che, ai più, passò sotto traccia, ma che ha sortito appieno i suoi effetti poche ore fa. E’ il pomeriggio di lunedì 7 ottobre quando Tosel comunica che il Milan è stato sanzionato con le porte chiuse in occasione della sfida interna contro l’Udinese.
– Il motivo? Ancora la famigerata discriminazione territoriale. “Obbligo di disputare una gara a porte chiuse ed ammenda di € 50.000,00: alla Soc. MILAN per avere alcune centinaia di suoi sostenitori, alcuni minuti prima dell’inizio della gara, al 6° ed al 43° del secondo tempo, intonato un insultante coro espressivo di discriminazione territoriale nei confronti dei sostenitori di altra società; seconda violazione (confronta C.U. 47 del 23 settembre 2013); sanzione minima ex art. 11, n. 3 e 18, comma 1, lettera d); infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale”.
ALL’INIZIO FU GALLIANI – Una decisione apparsa assurda, ingiustificata ed ingiustificabile che ha immediatamente scatenato la reazione del mondo Milan. Pochi minuti dopo la pubblicazione delle sanzioni, la società A.C. Milan ha comunicato che farà ricorso definendo il provvedimento “privo di giustificazione”.
– Nella serata di lunedì ha rincarato la dose Galliani: “La discriminazione territoriale esiste solo in Italia, perché in Europa si parla solo di discriminazione razziale. I cori in questione poi non sono stati sentiti da nessuno a parte i funzionari della Lega, mentre invece si sono sentiti numerosi cori contro Balotelli. Nessun giornale o tv ha sentito quei cori, perché probabilmente non c’è stato nulla. Sarebbero stati sentiti da alcuni funzionari della Procura federale. Forse li hanno sentiti in bagno, al bar o non so dove. Ero allo Juventus Stadium e sentivo tanti cori contro Balotelli, altri no”.
– Parole che si commentano da sole e, soprattutto, che mettono in risalto l’indignazione e l’arrabbiatura della società rossonera verso una decisione assolutamente inventata che, d’ora in avanti, metterà il Milan a serio rischio visto che, qualora i Funzionari della Lega dovessero rilevare nuovamente una discriminazione territoriale, la società rossonera rischierebbe lo 0 a 3 a tavolino prima e dei punti di penalizzazione poi.
L’AD ROSSONERO NON E’ IL SOLO – Certo, direte voi, facile prendere le difese della propria squadra. Molto più difficile, invece, avere la solidarietà dei cugini interisti.
– Ieri pomeriggio la Curva Nord dell’Inter ha diffuso un duro comunicato in cui prende le distanze dalla decisione di Tosel e tende la mano “ai nostri più odiati nemici delle stracittadine” per dirla a modo loro. A questo link potete leggere l’intero comunicato; noi vi riportiamo i passi principali.
– “ORA BASTA!!! E’ DAVVERO TROPPO!!! Partiamo subito con la premessa per tutti i benpensanti, i moralisti col colletto bianco, giudici vari, istituzioni, società e organi preposti alla sicurezza che leggeranno queste poche righe: 1) SIAMO AL FIANCO DELLA CURVA DEL MILAN!!! Si, proprio loro che sono i nostri più odiati nemici nelle stracittadine e che, fin da bambini, ci hanno fatto conoscere le parole ODIO e RANCORE. Proprio loro che stanno subendo in questo momento un attacco mediatico forse ancora più forte di quello che abbiamo subito noi dopo Inter-juve“.
– “2) STIAMO CON I NAPOLETANI!!! Si, proprio loro contro i quali coltiviamo forse la nostra più acerrima inimicizia. Proprio loro che hanno dimostrato domenica, con lo striscione “NAPOLI COLERA” esposto nella loro curva e con i cori contro Napoli e i napoletani da loro intonati per far capire, se ce ne fosse ancora bisogno, chi sono i VERI BUFFONI di questa triste storia di discriminazione e razzismo… 3) SIAMO PRONTI E AUSPICHIAMO CHE TUTTE LE CURVE FACCIANO CORI DISCRIMINANTI PER ARRIVARE AD UNA DOMENICA DI TOTALE CHIUSURA DEGLI STADI!!! Difficile la contemporaneità, probabilmente meno difficile coordinarsi… Più facile ancora FARLO piuttosto che dirlo o scriverlo!!! Prima di dimenticarsi il punto 3 della nostra premessa ribadiamo: NOI SIAMO PRONTI!!! AVANTI GENTE… AVANTI ULTRAS!!! CURVA NORD MILANO 1969″
– Certamente gli ultras hanno un codice non scritto tutto loro e nessuno sta dicendo che ci si debba far ricattare da un piccolo gruppo di tifosi esagitati, ma non può passare inosservato questo comunicato che, se possibile, in prospettiva appare ancora più grave della decisione di Tosel che, di fatto, non fa altro che lasciare le società in mano delle curve che, d’ora in poi, avranno ancora più potere nel decidere l’immediato futuro del club per il quale tifano e, a volte, “tifano”.
L’ABETE PILATESCO – Non si smentisce mai. Ricordate un’occasione in cui Giancarlo Abete, presidente della Figc, abbia preso una posizione in merito ad una questione controversa? A partire da Calciopoli fino al famigerato sciopero dei calciatori di due stagioni fa. Ve lo ricordate?
– A distanza di 26 mesi la linea non è cambiata. Nella giornata di ieri è intervenuto sul tema, dando per l’ennesima volta una non-risposta: “La norma italiana ricalca una normativa proposta dalla Uefa”, ma? Dopo il colpo al cerchio, ecco quello alla botte: “E’ utile, opportuna e doverosa una riflessione sulle modalità applicative; mi sembra sia fatto un fatto fisiologico e naturale, ma il quadro normativo è delineato e non è frutto di una autonoma decisione della federazione ma in qualche modo di un sistema di contrasto che è stato recepito a livello internazionale”.
– L’assurdo, però, deve ancora venire: “Quello che voglio far notare è che la discriminazione territoriale nel nostro codice di giustizia è presente da tantissimo tempo”. Benissimo, allora possibile che in questo “tantissimo tempo” non ci sia mai stato un coro di discriminazione territoriale in uno stadio italiano? A voi la risposta.
– Insomma: che conseguenze trarre? Che la norma è lecita ed applicabile, ma che forse si è esagerato nella sua applicazione. Anche voi avete avuto questo presentimento?
SI POTREBBE DILAGARE – Dalla discriminazione razziale a quella territoriale il passo è stato molto bravo.
– Prima o poi c’è da attendersi che Tosel, oltre a verificare puntualmente in ogni stadio italiano di qualsiasi Lega professionistica che non si ripetano situazioni di questo tipo, inizi a sanzionare anche discriminazione di altro tipo.
– Perché se i milanesi intonano “noi non siamo napoletani” è discriminazione territoriale, anche un gruppo di biondi che intonano “noi non siamo mori” potrebbe dar origine ad una discriminazione. Senza parlare del colore degli occhi, dell’altezza, della magrezza/grassezza e di molte altre situazioni personali.
E ALLORA FACCIAMO I MORALISTI – Impossibile chiudere non facendo i moralisti. Perché a questo punto sembra ovvio che Tosel ritiene più gravi e discriminatori i cori rivolti verso i napoletani, rispetto all’indecenza messa in evidenza da molte curve nell’ultimo weekend calcistico, durante il minuto di silenzio per la strage di migranti a Lampedusa.
– Al Dall’Ara di Bologna, dopo i copiosi incidenti del pre-gara, si è intonato goliardicamente un inno funebre; allo Juventus Stadium si è deciso di divulgare l’inno di Mameli; a San Siro e Brescia si sono sentite valanghe di fischi, mentre a Verona e Parma si sono sentite chiaramente ripetute bestemmie.
– Prendiamo atto che questo tipo di comportamento non è sanzionabile in quanto non è lesivo della dignità altrui e non è discriminatorio.
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Matteo Torti