Sanzioni Fair Play Finanziario Uefa Manchester City, Paris Saint Germain, Galatasaray, Zenit San Pietroburgo e Anzhi; analisi e info
In molti le avevano chiamate, in tanti se le aspettavano. Eccole arrivate: stiamo parlando delle sanzioni dell’Uefa per la violazione al Fair Play Finanziario. Sono state ufficializzate pene per i nove club coinvolti: Manchester City, Paris Saint-Germain, Galatasaray, Trabzonspor, Bursaspor, Zenit San Pietroburgo, Rubin Kazan, Anzhi e Levsky Sofia. Pene pecuniarie, limitazioni agli ingaggi e al numero di giocatori selezionabili per le competizioni continentali. Vediamole nel dettaglio.
IL FAIR PLAY FINANZIARIO: FINALMENTE SI INIZIA – Spendere e vincere. Un’equazione tanto logica quanto poco banale. Non sempre gli ingenti investimenti portano automaticamente ai trofei nel calcio.
– C’è chi vince mantenendo in linea i propri bilanci, come il Bayern Monaco, e chi invece spende follie prima di portarsi a casa semplici campionati nazionali, Manchester City e Psg in testa.
– L’obiettivo del Fair Play Finanziario (FPF) è molto chiaro: razionalizzare il sistema finanziario dei club calcistici abbassando la pressione delle voci ‘salari e trasferimenti’.
– Fatto salvo un deficit fisiologico di 5 milioni di euro, il FPF prevede che i club possano spendere sul mercato tra cartellini ed ingaggi solo, in parte, quanto guadagnano.
– La prima fase, prevista per il triennio 2012-2014 è la prima di monitoraggio e le norme definite dall’Uefa prevedono che il risultato complessivo aggregato per questi tre anni non possa superare i 45 milioni di euro di perdite. La prossima fase, che riguarderà il periodo 2015-2017, vedrà ridursi la deviazione ammessa a 30 milioni di euro.
MANCHESTER CITY E PSG: LE OSSERVATE SPECIALI – Iniziamo dai due club degli sceicchi. Gli osservati speciali dei principali campionati europei, inutile negarlo, erano proprio loro. Per loro l’Uefa ha riservato le pene più severe.
– Manchester City: il club inglese si è impegnato a portare il deficit a un valore massimo di 20 milioni di euro per il 2014 e a 10 per il 2015. Per rientrare dalle perdite, però, non potranno essere aumentati i termini finanziari delle partnership e sponsorizzazioni (vedi quella con Etihad). Nel corso del 2015 e del 2016, poi, non potrà essere aumentato il monte ingaggio e questo limite sarà rimosso solo qualora i Citizens centrassero il pareggio di bilancio nel 2016. C’è poi una pena più tecnica: nella stagione 2014/15 potrà schierare in Europa solo 21 giocatori, contro i 25 previsti dal regolamento. Infine la pena pecuniaria: multa di 60 milioni di euro che saranno trattenute da eventuali entrate derivanti dalla partecipazione a competizioni Uefa a partire dalla stagione 2013/14; di questi 60 milioni, 40 potranno essere restituiti qualora il club inglese rispettasse le misure operative e finanziarie concordate con l’Uefa.
– Paris Saint Germain: pene leggermente minori per il Psg che si impegna a pagare una multa da 60 milioni di euro, con i 40 condizionati al rispetto delle misure concordate con Platini & Co. Poi c’è il limite di spesa per le stagioni 2014/15 e 2015/16, un limite nel numero di ingaggi da includere nella lista A delle competizioni Uefa e l’impossibilità di aumentare il monte ingaggi per le prossime due stagioni. Il passivo, inoltre, dovrà essere limato a – 30 milioni nel 2015, raggiungendo nel 2016 il pareggio di bilancio.
LA TURCHIA – Non solo Inghilterra e Francia; anche la Turchia è stata coinvolta dal giro di sanzioni con Galatasaray, Trabzonspor e Bursaspor.
– Il club allenato da Roberto Mancini e il Trabzonspor hanno ricevuto una multa di 200mila euro e vedono l’obbligo di non aumentare gli ingaggi nella stagione 2014/15. A queste pene, per il Bursaspor, si aggiunge quella di arrivare al pareggio di bilancio per il 2014/15.
LA RUSSIA E IL LEVSKY SOFIA – Finiamo con Russia e Bulgaria, partendo proprio da quest’ultimo Paese che ha visto la sua squadra di punta, il Levsky Sofia, multato di 200mila euro, con un limite all’aumento degli ingaggi per la prossima stagione.
– In Russia, invece, le sanzioni maggiori sono andate allo Zenit di San Pietroburgo: 12 milioni di euro, di cui 6 restituibili dall’Uefa, limite giocatori a 22 e tetto agli ingaggi che non dovrà aumentare nel 2015 e nel 2016. Poi rientro con deficit di -30 milioni nel 2015 e pareggio di bilancio nel 2016.
– Per il Rubin Kazan, eccezion fatta per la multa monetaria portata a 6 (con 3 milioni di condizionale), pene uguali a quelle dello Zenit. L’Anzhi, invece, si vede applicare una multa di 2 milioni di euro, una limitazione a 21 giocatori in Uefa e poi tetto agli ingaggi e pareggio di bilancio per il 2016.
E IN ITALIA? – Chiudiamo con il nostro Paese. In Italia i rischi maggiori li ha l’Inter che nell’ultimo anno della gestione Moratti ha totalizzato una perdita di 79,8 milioni di euro e che, sommata alla precedente, porta il deficit del periodo di monitoraggio a 157 milioni di euro.
– La perdita aggregata, avvalendosi della clausola che permette ai club di dedurre dalla perdita del 2012, il costo degli stipendi dei contratti firmati prima del 1 giugno 2010 e i costi non pertinenti, arriva a 67 milioni di euro, di poco superiore ai 45 previsti e consentiti. Essendo rimasta fuori dalle competizioni europee nella stagione che si sta chiudendo, è al momento fuori dalla lente d’ingrandimento della UEFA; la squadra di Thohir sarà valutata, e probabilmente sanzionata, nei prossimi mesi.
– Poi c’è la Juventus che ha una perdita aggregata leggermente superiore alla deviazione consentita: 56 milioni di euro contro i 45 consentiti. Discorso molto simile per la Roma che dovrebbe chiudere sui 60 milioni di euro di perdita aggregata in tre anni.
– Molti meno problemi per Milan e Napoli che chiude in utile per il sesto anno consecutivo.
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Matteo Torti