Sergio Mattarella Presidente della Repubblica, chi è, analisi sui voti di Pd, Forza Italia, Ncd e Movimento 5 Stelle
Sono da pochi istanti passate le 13.30 di sabato 31 gennaio quando una standing ovation dell’emiciclo accoglie il 505° voto per Sergio Mattarella. Quorum superato e, di lì a poco, ampiamente oltrepassato; sono 665 i voti ricevuti dal candidato di Renzi e della sinistra nella sua interezza. Molti di più del quorum e di quello che ci si attendeva visto la dichiarazione di Forza Italia di votare scheda bianca. E proprio la spaccatura del centrodestra berlusconiano è stata l’unico aspetto anomalo di una votazione apparsa con un esito scontato sin dal suo inizio.
IL SALUTO AL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – “Il mio pensiero va alle speranze e alle difficoltà dei nostri cittadini”, sono queste le parole pronunciate sabato pomeriggio dal neo Presidente della Repubblica, dopo aver ricevuto comunicazione dell’elezione dalla presidente della Camera, Laura Boldrini.
– Auguri e soddisfazione da parte di Papa Francesco e di Giorgio Napolitano, mentre Renzi ha salutato il nuovo Presidente della Repubblica su Twitter con un “Buon lavoro, viva l’Italia”.
– Complimenti e in bocca al lupo anche da parte di Forza Italia, per mano del leader Silvio Berlusconi, e del Movimento 5 Stelle. Di diverso avviso la Lega Nord con Salvini che dichiara “Mattarella non è il mio presidente”.
LA STORIA DI MATTARELLA – La prima giornata da Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’ha passata in modo assolutamente sobrio. Prima la messa alla chiesa dei Santi Apostoli, poi il ritorno a piedi alla foresteria della Consulta.
– La mattinata di ieri è proseguita con una lunga telefonata con Carlo Azeglio Ciampi e con una visita al suo doppio predecessore, Giorgio Napolitano.
– Un Presidente sobrio, composto e molto riflessivo; è apparso così Sergio Mattarella a poche ore dalla sua elezione. Del resto il mondo politico lui lo conosce bene. La politica fa parte della famiglia Mattarella già dal padre, politico democristiano più volte ministro tra gli anni cinquanta e sessanta.
– Dopo l’uccisione da parte di Cosa Nostra del fratello Piersanti, di Pio La Torre e di Carlo Alberto Dalla Chiesa, Sergio decide di dare una svolta alla sua carriera entrando in politica. La prima elezione da deputato avviene nel 1983, rimanendo vicino alle correnti di sinistra della Dc e a De Mita, venendo nominato ministro dei rapporti con il Parlamento.
– Nel 1989 riceve l’incarico di ministro della Pubblica Istruzione, ma si dimise il 27 luglio del 1990 per protestare contro la fiducia posta dal governo sul disegno di legge Mammì che puntava al riassetto del sistema radiotelevisivo.
– Uno degli ultimi provvedimenti per cui viene ricordato Sergio Mattarella è la riforma del sistema elettorale con una preponderante componente maggioritaria, con un sistema proporzionale che serviva per determinare il 25% dei seggi. Una legge che il politologo Sartori chiamò “Mattarellum”.
– Non finisce qui. La vita politica di Mattarella l’ha visto protagonista anche del processo di rinnovamento della DC, con la fondazione del Partito Popolare Italiano prima e dell’Ulivo poi. Esperienza e competenza che l’hanno condotto al ruolo di Vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo D’Alema 1998-1999 e al ruolo di Ministro della Difesa nei due anni successivi.
L’ANALISI DEI VOTI – 665 voti ottenuti sono tanti, sono quasi i due terzi del totale; un numero che, qualora fosse arrivato alle prime tre votazioni, avrebbe quasi sancito l’elezione diretta ed immediata di Mattarella. Un numero sicuramente falsato dalla netta spaccatura che si è avuta nel centrodestra italiano.
– Con il nome di Sergio Mattarella, Renzi è riuscito nell’intento di riunire il Pd e avvicinare a sè Sel di Nichi Vendola, sfuggendo ai possibili ricatti del Patto del Nazareno. Come un perfetto giocatore di poker, Renzi è riuscito nell’intento di chiudere riforme importanti con Forza Italia e di eleggere il Presidente che voleva con il proprio partito e l’altra sinistra.
– Alla vigilia della quarta votazione la situazione era chiara: Mattarella era appoggiato da Pd e Sel, con Ncd a seguire per via della pressione di Renzi sul ministro Alfano; Lega e Fratelli d’Italia convinti su Vittorio Feltri e M5S con Imposimato. Forza Italia, invece, aveva dichiarato che la scelta era per la scheda bianca.
– Diktat non rispettati nel centrodestra visto che nonostante i grandi elettori di Forza Italia fossero 147, le schede bianche alla quarta votazione sono state solamente 105; ben 42 in meno. Ma ce ne sono anche 13 nulle e 14 voti dispersi tra Martino, Razzi e Verdini. Insomma, i dissidenti di Forza Italia potrebbero anche essere di più.
– Alcuni sostengono che ci siano state anche 15 schede bianche votate dal Pd e altrettante dall’Ncd; se questa ipotesi venisse confermata, Forza Italia ne uscirebbe ancora più spaccata visto che ci sarebbero solamente 75 schede bianche e 72 voti pro-Mattarella.
APPUNTAMENTO DOMANI CON IL GIURAMENTO – Con la strategia del “Non è gridando che si fa politica”, Sergio Mattarella giurerà fedeltà alla Repubblica Italia domani, martedì 3 febbraio, alle ore 10.00.
– Inizierà così ufficialmente il suo mandato da Presidente, con l’insediamento al Colle e il discorso alle Camere riunite in seduta comune. Una volta terminato il cerimoniale di insediamento, dovrà da subito affrontare alcuni temi fondamentali per il futuro del nostro Paese.
– A partire dal Jobs Act che entro fine febbraio potrebbe arrivare al Colle assieme ai primi due decreti attuativi che decretano la nascita del contratto a tutele crescenti e che definiscono la riforma degli ammortizzatori sociali. Poi sarà la volta del sistema fiscale, con la riforma stoppata solo per le polemiche sorte in seguito alla presunta norma “salva-Berlusconi”.
– Sempre nello stesso Cdm, previsto per il 20 febbraio, ci sarà il dossier sulla scuola con la riforma della carriera degli insegnanti; infine il Milleproroghe.
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Matteo Torti
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