Militari in 9 Comuni del milanese, commenti del sindaco di Corsico e del presidente Podestà
I pattugliamenti dei militari eliminati alla vigilia dello scorso agosto dalle vie più a rischio di Milano, sono tornati. Non a Milano, però, dove la decisione di Palazzo Marino è stata irremovibile. Le unità dell’Esercito in forza sinergica con Polizia e Carabinieri, pertanto, sono approdate in 9 comuni della Provincia, dove proseguiranno l’impegno iniziato con l’operazione “Strade Sicure”, come già detto poi interrotta per volere del sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
L’INIZIO DI TUTTO, LA RICHIESTA DELL’ELIMILAZIONE DEL NUCLEO “STRADE SICURE” AD OPERA DEL CONSIGLIERE COMUNALE MIRKO MAZZALI – La richiesta, poi accolta dall’allora neo-sindaco Giuliano Pisapia, era stata sollevata dal consigliere comunale di SEL (partito di Pisapia) Mirko Mazzali, autodefinitosi nel suo stesso sito “avvocato dei centri sociali milanesi dal 1990”.
- «Milano non è Beirut e non ha bisogno di militari nelle strade”, aveva affermato Mazzali, chiedendo al sindaco di avviare un’interlocuzione con il ministero della Difesa per un progressivo disimpegno dei militari.
L’OPERAZIONE “STRADE SICURE”: I SUOI RISULTATI E IL SUO SMANTELLAMENTO –
- L’operazione Strade Sicure è un progetto nato nell’agosto del 2008, creato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dal ministro della Giustizia Roberto Maroni.
- In base a tale progetto, erano stati istituiti nei quartieri ‘a rischio’ di Milano pattugliamenti dinamici misti, di militari e forze dell’ordine.
- E’ stata la Questura di Milano a certificare ufficialmente che “nelle vie pattugliate dall’esercito e presidiate per obiettivi sensibili, i reati si sono ridotti del 40% e, il servizio ‘Strade sicure’, ha contribuito alla diminuzione, su tutta Milano, del 48% dei reati nel biennio 2008-2010.
- Alla linea voluta da Mazzali, il sottosegretario alla Difesa Guido Corsetto ha risposto: «Se da Milano ci dicono che non hanno più bisogno dei nostri militari, saremo ben contenti, coordinandoci con il ministero degli Interni e con altri sindaci, di trasferirli in altre zone dove la loro presenza è considerata importante».
- A seguito di una serie di polemiche, Pisapia ha comunque mantenuto fede alla richiesta di Mazzali, al quale nel frattempo ha assegnato il ruolo di Presidente della Commissione Sicurezza di Milano.
- In questo modo, proprio alla vigilia dell’agosto 350 militari sono stati eliminati da 34 strade a rischio della città, tra le quali viale Monza e via Padova.
LA QUESTIONE COLLATORALE: LA POLEMICA TRA PISAPIA E IL COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI, SERGIO PASCALI – Ultimo, solo cronologicamente, nel contesto “Sicurezza a Milano”, il botta e risposta tra il sindaco Pisapia e il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Sergio Pascali, tecnico qualificato con varie azioni anti-mafia nel suo curriculum, che ha fondato il suo operato su cifre e fonti certe per ogni dato annunciato e portato alla cittadinanza.
- Era stato proprio il Comandante Pascali ad auspicare che il Comitato richiedesse il ritorno dei militari a partire dal primo ottobre, «indipendentemente dalla politica locale, a Milano o in provincia», ritenendoli utili sul piano della prevenzione.
- Tale richiesta giungeva proprio nel momento in cui Pisapia aveva dichiarato che “A Milano un negoziante su 5 paga il pizzo”.
- Da qui il parere del Comandante dei Carabiniere, che giudicava i dati dichiarati dal sindaco inattendibili e, del resto, senza fonte certa: il Primo Cittadino non ha infatti riferito da dove abbia tratto un tale, grave e allarmistico dato di “allarme racket”.
- «Non sappiamo da dove il sindaco abbia preso i suoi dati o da chi li abbia avuti, ma non sono attendibili – avrebbe sostenuto il colonnello Pascali. – Sono stati già nettamente smentiti dalla Dia di Milano e dalla Direzione nazionale antimafia». Di uguale opinione anche il prefetto Gian Valerio Lombardi, che ha confermato: «I numeri non sono quelli».
- Dopo la polemica, tuttavia, tra Pascali e il sindaco è intercorsa una telefonata chiarificatrice “dai toni cordiali”, a seguito della quale il Comandante dei Carabinieri e Pisapia si sarebbero lasciati in rapporti costruttivi e sereni per la città.
- Ora, non rimane che aspettare: mentre scippi ed aggressioni continuano, ai cittadini non rimane che sperare che qualcuno faccia qualcosa per riportare la Sicurezza nelle strade di Milano.
L’INVIO DEI MILITARI PRESSO 9 COMUNI DELL’HINTERLAND – Era stato il sindaco di San Donato, sul far delle schermaglie tra Pisapia e La Russa, a chiedere: “I militari che scartate da Milano li date a noi?”. A distanza di 5 mesi, i militari arrivano davvero, per coadiuvare le Forze dell’Ordine in 9 Comuni del Milanese.
- «Apprendo con soddisfazione della decisione con cui il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, ha deciso l’invio, nelle aree più a rischio criminalità di 9 Comuni della Grande Milano, di alcune unità dell’Esercito, impegnate nel pattugliamento del territorio in sinergia con le strutture di Polizia e Carabinieri – ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà -. L’impiego di uomini e donne con le stellette aveva, del resto, in molte realtà italiane già fornito risultati straordinari, grazie all’operazione “Strade sicure”, voluta dall’ex ministro della Difesa, Ignazio la Russa. Credo non esista alcun dubbio nell’affermare che il binomio Forze dell’Ordine-Esercito, sia riuscito a garantire, in quel frangente, la sicurezza in tutto il Paese pure grazie alla serietà e alla professionalità riconosciuta ai nostri militari in Italia, come nel resto del mondo».
IL COMMENTO DEL SINDACO DI CORSICO: BENE I MILITARI, DA IMPIEGARE ANCHE NELLE ZONE SEGNALATE DAI NOSTRI CITTADINI – Dopo l’arrivo, lunedì, dei militari nel centro storico di Corsico, il sindaco Maria Ferrucci ha voluto incontrare il comandante della locale caserma della Guardia di finanza per concordare i dettagli dell’impiego delle forze armate sul territorio. D’altra parte, lo stesso Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi aveva sottolineato nella sua comunicazione del 15 dicembre scorso che “La finalità è quella di realizzare, attraverso un ulteriore supporto all’attività di prevenzione e di controllo del territorio già in atto, il miglioramento degli standard di sicurezza in favore della cittadinanza, concentrando l’attenzione sugli aspetti di maggiore criticità”. E più avanti: “Resta inteso che sarà possibile, su indicazione della S.V., procedere alla modifica e alla rimodulazione dei dispositivi, orientandoli verso obiettivi che risulteranno di volta in volta più bisognosi di attenzione”.
- “Proprio cogliendo questa possibilità che ci è stata data – ha sottolineato Ferrucci – abbiamo concordato oggi di scrivere una lettera al Prefetto con la quale chiederemo che i militari possano essere impiegati anche in altre zone del nostro territorio, dove ci sono maggiori segnalazioni da parte dei cittadini e quindi una più elevata percezione di insicurezza”.
- Il contingente messo a disposizione, infatti, può essere impiegato non solo per attività di presidio, ma anche per servizi di perlustrazione e pattugliamento, potendo eseguire controlli sulle persone o su veicoli ritenuti sospetti.
- Intanto, il sindaco Ferrucci si è fatta portavoce di tutti i primi cittadini del sud Milano per chiedere l’istituzione di un commissariato di Polizia nella zona: “La scarsità di risorse – precisa l’assessore alla Polizia locale Livio Colombo – ha inciso in modo significativo anche sui contingenti delle forze dell’ordine, oggi sempre più scarsi e dotati di pochi mezzi. La presenza dei militari non può sostituire completamente il lavoro di indagine e controllo di carabinieri e finanzieri e, noi ribadiamo, anche della polizia di stato”. In particolare, gli agenti che già hanno competenza nella zona sud al confine con Corsico e gli altri Comuni di cintura spesso impegnati in attività che vanno oltre i confini di Milano.
- Sarà possibile una sinergia tra polizia di stato e carabinieri, insieme alla vigilanza urbana? Il territorio corsichese, considerando anche i Comuni confinanti, ha delle peculiarità sia per la presenza storica di famiglie legate alla ‘ndrangheta sia per il recente sviluppo della criminalità soprattutto dell’Est europeo. “Se fosse possibile una maggiore sinergia tra carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e polizia locale – ancora FErrucci – si riuscirebbero a raggiungere risultati importanti per garantire maggiore sicurezza ai corsichesi. Una collaborazione interforze che verrebbe affiancata da una lavoro di raccolta dati e informazioni che i nostri uffici possono fare, anche grazie a una convenzione con l’Agenzia delle entrate, e che metteremmo volentieri a disposizione degli inquirenti. “Il nostro obiettivo – conclude il sindaco di Corsico – è assicurare la giustizia sociale come prerequisito essenziale per la legalità”.
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Di Redazione