Cronaca

Sea Serravalle Milano, al via scambio azioni tra Provincia e Comune, dettagli

Il Comune di Milano deve vendere la partecipazione in Sea? In sostanza sarà questa la domanda a cui i cittadini milanesi dovranno presto rispondere. Interrogativo però solo parziale visto che per avere a disposizione ulteriori fondi da investire nello sviluppo della città, l’alternativa alla vendita delle quote detenute da Palazzo Marino nella società che gestisce gli aeroporti milanesi è, molto semplice: l’aumento delle tasse. Ricostruiamo la vicenda.

 

SEA: DI CHI SI TRATTA? – La Società Esercizi Aeroportuali (SEA), è colei che gestisce gli scali di Milano Linate e di Milano Malpensa 1 e 2; oltre a questo, come si legge dal sito dell’azienda, la società si occupa anche della progettazione, della costruzione e della manutenzione delle infrastrutture e degli edifici aeroportuali.

– Milano Linate e Milano Malpensa 1 e 2 formano un sistema aeroportuale che garantisce ai cittadini e agli operatori economici una vasta offerta di collegamenti in Italia, in Europa e in tutto il mondo, contribuendo a uno sviluppo economico e sociale del Nord Italia e dell’intero Paese.

– Al 31 dicembre 2011, tra gli azionisti di Sea troviamo soggetti pubblici e privati; nella prima categoria i principali sono il Comune di Milano (54,81%), Asam – la holding controllata dalla Provincia di Milano – (14,56%), Provincia di Varese (0,64%), Comune di Busto Arsizio (0,06%). In testa a quelli privati troviamo F2i (Fondo Italiano per le Infrastrutture) che detiene il 29,75%.

 

“VENDEREMO SEA”, MA ‘DECIDERANNO’ I MILANESI – Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, a margine del consiglio comunale dello scorso 21 maggio 2012 aveva annunciato che la vendita del 50,01% delle quote detenute in Sea è inevitabile per ottenere i fondi di cui Palazzo Marino ha bisogno:

– “Milano ha bisogno di sviluppo e di investimenti per risolvere problemi che si trascinano da troppo tempo, e i fondi oggi non possono che derivare da una cessione delle quote di Sea”.

– Per poi precisare che: “La scelta del Comune di cedere una quota significativa di Sea deve trovare un consenso anche all’interno della città e, non appena avremo preso una decisione in Giunta, apriremo una grande consultazione sulla base della quale prenderemo le nostre decisioni finali”.

– Appare facile però immaginare quale potrebbe essere la scelta dei cittadini milanesi di fronte ad impliciti quesiti di questo tipo: Vendere le quote in Sea o aumentare le tasse? Garantire più servizi o detenere il controllo degli aeroporti milanesi?

 

COME VERRANNO CONSULTATI I CITTADINI? – Dopo aver esplicitato la volontà di chiedere ai milanesi un parere, apparentemente più formale che vincolante, si apre la discussione su come i cittadini verranno consultati dall’amministrazione comunale:

– “Lo statuto del Comune – ha spiegato il sindaco Pisapia – prevede varie modalità di rapporto con la città. Noi in particolare poi come coalizione ne abbiamo anche altre, e cioè assemblee nei consigli di zona, assemblee nella città, consultazioni con le forze sociali. Non a caso abbiamo aperto un tavolo chiamato ‘Patto per Milano’ con i sindacati, con la Confcommercio, con la Confindustria. Anche con loro dovremo discutere di queste cose, valutare cosa serve alla città e decidere di conseguenza. C’è nello Statuto di Milano anche lo strumento dell’udienza pubblica. Ci sono tanti strumenti che possiamo utilizzare e utilizzeremo. Questo lo decideremo insieme all’interno della coalizione”.

 

SEA: LA STRATEGIA DEL COMUNE DI MILANO – “Una decisione definitiva, anche sull’ipotesi di vendere il 50% delle quote verrà presa dopo il 15 luglio, se andrà a buon fine il concambio con la Provincia di Milano fra le quote Sea e quelle di Serravalle”. Qual è la strategia di Palazzo Marino?

– L’amministrazione comunale guidata da Giuliano Pisapia ha deciso di realizzare, prima di indire il bando di gara, uno ‘scambio’ di azioni Sea-Serravalle con la Provincia di Milano; Palazzo Marino, nella giornata di mercoledì 27 giugno 2012 ha acquisito il 18.60% di azioni di Milano Serravalle-Milano Tangenziali (controvalore stimato in 145 milioni di euro), mentre la Provincia ha acquistato il 14,56% di Sea Spa (controvalore stimato in 190 milioni di euro).

– Guido Podestà, a margine della conferenza stampa ha così dichiarato: «Abbiamo trovato l’accordo per la permuta di azioni Sea-Serravalle fra i nostri Enti; esistono ancora piccoli adempimenti burocratici che, personalmente, però, giudico secondari. Ora, è necessario far proseguire l’iter procedurale presentando, ognuno per competenza alla propria Giunta i documenti ufficiali e riceverne l’approvazione necessaria per la stipulazione del contratto di permuta. Per quanto riguarda la Provincia sarà necessario anche un consiglio di amministrazione di Asam poiché la nostra partecipazione è detenuta da questa società. Sono molto soddisfatto del risultato scaturito perché la volontà di valorizzare al massimo le partecipazioni dei cittadini di Milano e del Milanese è stata mantenuta seguendo i tempi che avevamo concordato a suo tempo con il sindaco Pisapia. Questa intesa ci consente di proseguire verso un vero sviluppo infrastrutturale del territorio capace di garantire più attrattività e anche miglior qualità della vita».

– Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, si è così espresso sull’operazione di compravendita di azioni tra Comune e Provincia: «Insieme abbiamo fatto un ottimo lavoro, è la prima volta che viene effettuato uno swap tra enti locali, abbiamo l’obiettivo di preservare l’interesse comune per il bene dei cittadini e del territorio. Questo risultato è stato possibile grazie a una proficua collaborazione, che mi auguro continui in futuro anche su altri temi di carattere metropolitano, e a un lavoro celere e condiviso. Dopo il processo di autorizzazione delle rispettive Giunte e dei rispettivi Consigli comunali – che auspico si svolgano in simultanea per dare un ulteriore segno di unità istituzionale – avremo una quota di maggioranza di Sea, pari a quasi il 70% che ci consentirà di fare ragionamenti per il futuro della società, sempre nell’interesse dei cittadini»

 

GERMANIA, INDIA ED ITALIA: TUTTI I FONDI CHE DESIDERANO SEA –  Oltre all’italiano F2i, azionista del 29,75% di Sea da fine dicembre 2011, ci sarebbe l’interessamento anche del fondo indiano Srei e della tedesca Fraport, che gestisce lo scalo di Francoforte.

– Il Comune di Milano, che detiene la maggioranza (54,81%) del pacchetto azionario della società che gestisce gli aeroporti milanesi, ha annunciato di voler vendere il 50,01% della holding prevedendo di incassare non meno di 750 milioni di euro.

– Tre settimane fa è avvenuto il primo contatto tra gli indiani di Srei e Palazzo Marino; l’offerta, già inoltrata lo scorso anno, venne rifiutata da Palazzo Marino in quanto presentata con 10 minuti di ritardo.

– Attualmente l’intenzione degli indiani è quella di acquisire il 50,01% messo in vendita dalla giunta Pisapia più il 29,75% acquisito da F2i, al prezzo definito nel mese di novembre del 2011.

– A questo diritto d’acquisto, gli indiani di Srei, vorrebbero poi far seguire un diritto di vendita nel caso in cui il risanamento degli scali milanesi non dovesse fruttare i risultati sperati; tale diritto verrebbe esercitato qualora la crescita di Malpensa fosse inferiore ad alcuni parametri e consentirebbe a Srei di rivendere il pacchetto azionario al Comune.

 

F2i E GAMBERALE: COSA SUCCEDE? – Un avviso di garanzia consegnato a Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i, fondo italiano che detiene il 29,75% delle azioni di Sea, ed ex ad di Società Autostrade, rende più complicata la vicenda della vendita delle azioni che il Comune di Milano detiene in Sea.

– Come mai Gamberale e Maia, socio d’affari nel fondo per le infrastrutture, sapevano quattro mesi prima del bando di gara vinto e da chi sono stati informati?

– Alla base di tutto c’è una telefonata del luglio scorso in cui Vito Gamberale se la ride per un bando di gara creato su misura per lui. Questa comunicazione telefonica ha fatto scattare l’avviso di garanzia per l’Ad di F2i che risulta ora indagato per turbativa d’asta.

– La telefonata, come si evince dal decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, fa emergere “l’esistenza di rapporti intercorsi tra i soggetti coinvolti nell’operazione di cessione delle azioni Sea, antecedenti al bando di gara” che è stato reso pubblico quattro mesi dopo (novembre 2011, ndr).

– Nella conversazione si è parlato della possibile indizione da parte del Comune di Milano del bando e di un appalto “fatto su misura” per le esigenze del fondo.

– Il fondo italiano F2i, tramite una nota, ha fatto sapere di aver offerto “ampio supporto agli organi delegati alla perquisizione” rimarcando che “già all’inizio di aprile scorso l’ingegner Vito Gamberale aveva fornito alla Procura una dettagliata e documentata relazione sull’intera vicenda, dichiarandosi disposto e collaborativo a tutti gli approfondimenti del caso”.

 

CHI MALE INIZIA … – Il primo atto importante della giunta Pisapia non sembra essere iniziato nel migliore dei modi.

– Tra presunti bandi di gara fatti su misura, accordi con esponenti di fondi interessati all’acquisto e referendum confirmativi proposti ai cittadini, l’approccio di Palazzo Marino alla vendita delle azioni Sea non sembra particolarmente positivo.

 

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 Matteo Torti

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