Bimbo morto Milano piazza Insubria, aveva assunto un’aspirina, ma l’acido acetilsalicilico può essere pericoloso per neonati e adolescenti
Non aveva che un anno di vita il bimbo morto sabato 11 gennaio 2014, alle 10.30 circa, in uno stabile di piazza Insubria – in zona Cuoco-Molise – in seguito all’assunzione di un’aspirina.
LA VICENDA – Secondo quanto ricostruito dagli agenti di Polizia, giunti sul posto subito dopo la tragedia, la madre del piccolo, una donna filippina di 20 anni, venerdì sera avrebbe somministrato il noto analgesico al figlio, per guarirlo da una leggera forma influenzale.
– Un gesto spontaneo, quasi banale, con cui la donna voleva semplicemente alleviare la sofferenza di suo figlio. Ma che si è rivelato imprevedibile e dagli esiti nefasti.
IL DRAMMATICO EPILOGO – L’indomani, infatti – stando a quanto racconto dalla donna alle forze dell’ordine – al risveglio il piccolo non respirava già più.
– Immediata, a quel punto, la telefonata al 118. La filippina si è immediatamente catapultata in strada ad attendere l’arrivo dell’ambulanza. Ma quando gli operatori hanno visitato il piccolo, purtroppo, non c’era più niente da fare.
ASPIRINA E NEONATI: PRESTARE ATTENZIONE – In attesa che si faccia chiarezza sulle reali cause che hanno portato alla morte del piccolo, ecco alcuni consigli sulla somministrazione di aspirina a neonati e adolescenti:
– L’aspirina, nota anche come acido acetilsalicilico, è un farmaco che viene assunto dagli adulti come analgesico, come antipiretico e come blando antinfiammatorio.
– Forse non tutti sanno, però, che nei bambini e negli adolescenti l’aspirina non viene più usata per alleviare i sintomi parainfluenzali o delle più note patologie virali. Il rischio, infatti, è quello dell’insorgenza della sindrome di Reye.
– Si tratta di una malattia acuta e dalle cause tuttora poco chiare che insorge in seguito ad un’infezione virale dovuta, nella maggior parte dei casi, ad assunzione di acido acetilsalicilico.
– Ad essere colpiti sono quasi esclusivamente i bambini. Il suo decorso, purtroppo, nella maggioranza dei casi è letale.
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S.P.