L’industria del gioco in crisi: numeri e soluzioni contro la recessione
Dagli Stati Uniti alla Cina, passando per l’Italia. L’industria del gioco sta attraversando una fase di stallo, imprigionata dagli effetti della crisi recessiva che sta interessando l’economia mondiale dall’ormai lontano 2008. Il costante “segno meno” registrato dalle principali borse internazionali ha influito pesantemente sui bilanci dei più importanti casinò terrestri del mondo, la cui estate è stata caratterizzata da una costante: il ribasso. Ma procediamo con ordine descrivendo a 360° la situazione nei tre continenti e analizzando la situazione del mercato nel nostro paese.
I tempi delle “vacche grasse” sono terminati negli Stati Uniti, e la crisi del paradiso del gambling di Atlantic City ne è l’esempio più lampante. Il casino resort più famoso, il Trump Plaza, ha tagliato gli stipendi e l’orario di lavoro a quasi 8000 dipendenti. Il Taj Mahal dello stesso magnate Donald Trump è stato costretto a chiudere i battenti. I tempi d’oro degli anni ’70, quando il gioco d’azzardo fu legalizzato, sono ormai lontani. Secondo gli ultimi bilanci compiuti dagli analisti statunitensi, dal 2006 ad oggi gli introiti del gioco d’azzardo si sono dimezzati, la diversificazione economica del prodotto associato al gioco d’azzardo appare una scelta obbligata per tornare all’antico splendore. Tra i progetti in rampa di lancio ci sono un centro conferenze e un polo universitario. Saranno sufficienti?
Dagli Stati Uniti voliamo in Asia. Gli avveniristici casinò di Macao, fiore all’occhiello turistico della striscia di Cotai, hanno registrato il segno meno per il quarto mese di fila, confermando il periodo negativo coinciso con l’edizione brasiliana dei mondiali di calcio. Secondo il Gaming Inspecetion and Coordination Bureau di Macao, “le entrate complessive sono scese del 6,1%, assestandosi sui 3,6 milioni di dollari. Un dato preoccupante che va oltre le previsioni sul tasso di decrescita compiute dagli analisti più pessimisti, una crisi che non si vedeva dal lontano 2009”.
Tra le cause principali di questa mini-crisi, annoveriamo in primis le misure anti-corruzione messe in atto dal presidente Xi Jinping, che stanno progressivamente allontanando i gamblers più ricchi dalla Disney del gioco d’azzardo nell’estremo Oriente. Da non sottovalutare infine le nuove e proibizioniste norme anti-fumo, che stanno contribuendo in maniera decisiva alla fuga dai casino terrestri e alla crescita del numero di registrazioni sulle piattaforma online, come confermano i dati d’accesso di alcuni dei principali operatori internazionali.
32 Red Italia, Pokerstars, William Hill e degli altri competitors, hanno registrato un aumento delle registrazioni di molti utenti provenienti dalla Cina, segno evidente di come il gioco d’azzardo si stia gradualmente spostando dalle sedi terrestri a internet.
Situazione altamente pericolosa per il settore del gambling anche in Italia, soprattutto dal punto di vista dei tagli di personale registrati nei principali casinò terrestri e all’aumento delle tasse imposte dal governo Renzi nella nuova legge Finanziaria. I dipendenti del Casinò di Campione d’Italia hanno recentemente respinto l’ipotesi di un “accordo-ponte” formulata dai sindacati. Compatto sia il fronte del no (più del 71%), che l’affluenza alle ‘urne’ (poco più di quattrocento votanti sui 520 aventi diritto). Resta ancora in vigore il contratto di solidarietà, che tuttavia andrà in scadenza nei prossimi mesi, mentre è stata seccamente bocciata dai sindacati la proposta del Cda di Campione d’Italia che prevedeva una inesorabile riduzione degli stipendi (proporzionale alla retribuzione) e il mantenimento dell’orario ridotto. Il costante segno meno nei conti della gestione del Casinò di Saint Vincent ha costretto la Giunta della Regione Valle d’Aosta ad approvare d’urgenza il provvedimento che prevede la ricapitalizzazione per 60.000.000 di euro della nota sala da goico, finalizzato al rilancio e rafforzamento finanziario del casinò resort, fiore all’occhiello della valle al confine con la Francia.
Il vento della crisi soffia anche sul Veneto. L’assemblea straordinaria della CMV (Casinò Municipale di Venezia) alla presenza del giunta comunale, socio unico della struttura, ha deliberato 2 milioni di euro a favore della società per coprire le perdite maturate fino all’agosto 2013 e ricostruire il capitale sociale come autorizzato dal commissario straordinario insediato in Comune Vittorio Zappalorto.
Il management del casino di Sanremo sta adottando una strategia alternativa finalizzata ad aumentare gli incassi facendo leva sul gioco online, grazie al rafforzamento delle partnership con alcuni brand nazionali e internazionali del gambling come 32 Red Italia, Pokerstars e William Hill. L’obiettivo del Cda, come recita il bilancio di previsione presentato per il 2015 al Comune di San Remo, azionista di riferimento, è salire in breve tempo dai 44 a più di 46 milioni, dopo il pareggio di bilancio raggiunto lo scorso anno a prezzo di tagli e sacrifici imposti ai dipendenti. La sala da gioco ligure, in attesa della kermesse del Festival della canzone italiana, nei prossimi mesi organizzerà numerosi eventi in modo da mettere in stretta connessione il gioco terrestre con quelle sulla Rete che, nonostante la crisi recessiva, sta registrando risultati soddisfacenti in termini di entrate e indotti.