Novara Inter 3 a 1 Serie A quarta giornata, Meggiorni e Rigoni annichiliscono l’Inter, dettagli e analisi delle azioni
Nonostante nel pre-partita, il dt interista Marco Branca si sia mosso per stemperare il presunto caso Pazzini, l’ennesima esclusione per l’attaccante neroazzurra provoca diversi mugigni tra i tifosi del Biscione. Gasperini, dal canto suo, non fa buon viso e gli preferisce il giovane Castaignos che, davanti, farà coppia con Forlan e Milito. Sneijder viene schierato a centrocampo al fianco di Cambiasso, Nagatomo e capitan Zanetti, che oggi mette a segno la 750esima partita con l’Inter superando la leggenda Bergomi. In difesa new entry Chivu con Lucio e Ranocchia davanti a Julio Cesar. Tesser, tecnico del Novara, si affida al tandem formato da Morimoto e Meggiorini con Mazzarani alle loro spalle. A centrocampo assieme al rientrante Rigoni si posizionano Radovanovic e Porcari. In difesa dentro Gemiti, Lisuzzo, Paci e Dellafiore. Pali difesi da Ujkani.
I tre diktat definiti da Moratti il 29 agosto erano: basta difesa a 3, Sneijder come trequartista e Pazzini sempre titolare. Gasperini, stasera, li sconfessa platealmente schierando i tre difensori, posizionando l’olandese a centrocampo e lasciando fuori, per l’ennesima volta, Pazzini; come a dire: “Se mi devono cacciare, lo devono fare perché ho sbagliato con le mie scelte”: il match diretto da Bergonzi non inizia nel migliore dei modi.
Dopo nemmeno 50 secondi retropassaggio folle di Chivu verso Julio Cesar; Ranocchia lascia scoperta la sua zona e Meggiorini si presenta tutto solo davanti all’estremo difensore che, nello sforzo di allungarsi, si procura un colpo all’occhio riuscendo comunque a salvare il risultato. Dalla curva interista si alza un impietoso coro: “Segna per noi, Pazzini segna per noi”.
Sugli sviluppi del calcio d’angolo difesa neroazzurra nuovamente sottochoc; Paci non riesce a deviare in rete una palla ballonzolante sulla linea di porta e facilita l’intervento di Chivu che, affannosamente, riesce a respingere.
Gli ospiti si fanno vedere all’8’ con Castaignos che serve Milito, l’argentino fa da sponda per Sneijder che dal limite dell’area scaglia un buon tiro che però viene deviato in angolo da Dellafiore.
La risposta dei padroni di casa arriva al 14’: Rigoni crossa per Meggiorini che, in sforbiciata, si coordina e batte bene. Palla che sfiora il palo alla sinistra di Julio Cesar. Nell’azione seguente Mazzarani si incunea in area ma viene abbattuto da un intervento decisamente poco ortodosso del portiere neroazzurro. Il brasiliano ha rischiato davvero tanto di farsi fischiare un fallo in area per gioco nettamente pericoloso.
Dopo queste iniziali occasioni, il match entra in una fase di stanca che viene rotta al 36’ da un tiro del solito Wesley Sneijder; l’olandese dai 25 metri impegna, per la prima volta nella serata, l’estremo difensore albanese dei padroni di casa.
Ma nel momento che sembrava buono per l’Inter passa in vantaggio il Novara; Mazzarani dall’out di sinistra sfrutta al meglio una palla persa da Cambiasso a centrocampo servendo Meggiorini, l’ex neroazzurro sorprende un incerto Lucio e supera con un diagonale preciso Julio Cesar. Piola che esplode al vantaggio dei propri beniamini.
Ed il totale smarrimento della squadra di Gasperini emerge ancor più nettamente, semmai ce ne fosse stato bisogno, al 39’: Bergonzi è costretto a chiamare un controfallo sulla rimessa di Nagatomo. La sagra degli striscioni prosegue prima del duplice fischio: “Moratti, io alleno gratis”: commento ironico ad indicare che basterebbe il primo che passa per strada ad invertire la rotta del Biscione.
Gasperini si rende conto del disastro combinato dai suoi nel primo tempo e durante l’intervallo manda Pazzini a scaldarsi; il “Pazzo” ha in mano il futuro dell’Inter e del tecnico di Grugliasco: ma da solo non potrà risollevare le sorti della propria squadra, è necessario che qualcuno serva dei palloni là davanti. Ci sarebbe bisogno di un Eto’o in grado di inventarsi qualche giocata per decidere la partita.
La ripresa inizia con un doppio cambio: fuori Forlan e Castaignos e dentro Pazzini ed Obi. La sostituzione modifica la tattica: Sneijder ritorna sulla trequarti e supporterà l’italiano ex Sampdoria e l’argentino Milito. Centrocampo più robusto con Obi, Cambiasso, capitan Zanetti e Nagatomo.
Al 47’ lampo di Nagatomo che, dalla sinistra, si accentra ed esplode un gran mancino rasoterra. Il pallone si spegne pochi centimetri alla sinistra di Ujkani; lampo nella notte più nera che azzurra.
La risposta dei padroni di casa arriva dai piedi di Andrea Mazzarani; il trequartista che, nella prima frazione di gioco, aveva propiziato il vantaggio novarese si infila tra Ranocchia e Cambiasso ma, arrivato davanti a Julio Cesar, si fa ipnotizzare dal portiere brasiliano.
Al 57’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo dei padroni di casa, gran tiro al volo di Porcari; la palla, destinata in rete, viene deviata sopra la traversa, in extremis, da Chivu.
Gasperini si rende conto dell’agonia dei suoi ed effettua, a mezz’ora dal termine del match, l’ultimo cambio: a sorpresa il tecnico richiama anticipatamente Sneijder, l’unico a rendersi pericoloso, e dentro Zarate. Anche Tesser ordina le sostituzioni: dentro Giorgi, Marianini e Jeda al posto di Meggiorini, Radovanovic e Mazzarini.
Neroazzurri sempre più in affanno: nel giro di sessanta secondi Bergonzi è costretto a sventolare il cartellino giallo a Pazzini ed Obi. Anche Dellafiore viene ammonito. Entrambe le infrazioni fischiate all’Inter sono originate da falli tattici per fermare, nel cerchio del centrocampo, pericolose ripartenze dei padroni di casa.
Nonostante sia l’Inter a doversi rendere pericolsa per cercare di raddrizzare il match, sono sempre i padroni di casa a rendersi pericolosi: al 72’ è il neoentrato Giorgi ad accentrarsi e ad esplodere un gran sinistro deviato in angolo da Julio Cesar.
In una pochezza di questo tipo, l’unico ad emergere è Obi. Il giovane Joel al 74’ cerca di sorprendere Ujkani con un bel tiro che, sfortunatamente, viene deviato in angolo. Nell’azione seguente infortunio al polpaccio per Ranocchia. Le sostituzioni sono esaurite ed il difensore italiano è costretto, pur zoppicando, a rimanere in campo.
L’occasione più nitida del match, per la squadra del presidente Moratti, arriva al 76’: Cambiasso serve in area Pazzini che, grazie al movimento di Milito, apre un buon diagonale che sfiora il palo alla sinistra di Ujkani.
La partita, virtualmente mai aperta, si chiude all’85’ quando Morimoto supera in area Ranocchia; il difensore italiano lo atterra: giusto rigore per i padroni di casa e rosso per l’interista. Rigoni dal dischetto supera Julio Cesar.
Nell’azione seguente anche Pazzini, già ammonito, rischia di perdere la testa spingendo un avversario; Bergonzi riflette ed evita l’umiliazione.
Nel finale Cambiasso riaccende la partita; all’89’ su cross di Nagatomo, Giorgi rinvia male ed il centrocampista argentino mette in rete superando l’estremo difensore albanese. Sembra un buon momento per tentare il pareggio, tuttavia una strepitosa azione di Morimoto consente a Rigoni, al 91’, di siglare il tris.
La sconfitta di questa sera mette in luce, come se non fossero già ben evidenti, i problemi interisti. Problemi che arrivano da “lontano” e riguardano, in primis, la società:
- In estate, il tecnico neroazzurro aveva chiesto Palacio; l’argentino ha un nome sicuramente meno altisonante di Forlan ma, è evidente, sarebbe stato molto più utile al progetto offensivo che l’allenatore aveva ed ha tutt’ora in mente.
- Vedere Forlan sconfinato sull’out di sinistra è come, tanto per fare un vicino paragone, quando Leonardo schierava Huntelaar esterno di destra in un fantomatico tridente con Ronaldinho e Borriello.
- Forlan è sempre stato un uomo d’area; ok che ama partire dall’esterno, ma non dalla linea laterale. Per non parlare di Zarate; siamo sicuri che sia meglio di Palacio? L’argentino ex Lazio, in Italia, ha collezionato la pochezza di 25 reti in 105 presenze: meno di un gol ogni quattro partite.
- Per non parlare del desaparecido Alvarez: costato più di 12 milioni ed assoluta meteora non solo nelle formazioni, ma anche nelle convocazioni diramate dal tecnico in queste prime uscite ufficiali.
- Poi ci sarebbe da aprire il discorso degli irriconoscibili Samuel, Cambiasso e Milito che, uniti ai lungodegenti Thiago Motta e Stankovic tolgono quei perni che negli anni scorsi avevano permesso di vincere tutto a Mancini e Mourinho.
- Parlare di esonero di Gasperini è sbagliato; il tecnico ex Genoa non è mai diventato l’allenatore dell’Inter. Come può allenare un tecnico che viene scelto dopo il rifiuto di, almeno, altri cinque suoi colleghi?
- Come può allenare un tecnico che viene ripetutamente defenestrato dai giornali, dal pubblico e dai giocatori e che non si sente dire mai una parola favorevole dalla società?
- Come può allenare un tecnico che chiede un certo tipo di giocatori e che, immancabilmente, si vede sbarcare ad Appiano Gentile player con caratteristiche totalmente differenti?
- Come può allenare un tecnico in queste condizioni? Semplice, non allena. “L’era” Gasperini volge al termine, ma in queste condizioni, chiunque si siederà sulla panchina neroazzurra faticherà a trovare il bandolo della matassa.
Tali concause portano l’Inter, dopo tre partite disputate, ad aver raccimolato solamente un punto; e sabato altra trasferta insidiosa, Bologna, con un’incertezza persistente su chi siederà sulla panchina interista.
Matteo Torti