Mini patrimoniale imposta di bollo dal 1 gennaio 2014, novità, tabelle di pagamento, spiegazioni
Del caos sul possibile supplemento della seconda rata dell’Imu ne parleremo nei prossimi giorni; oggi, invece, ci occupiamo di un altro balzello che graverà sui cittadini italiani dal prossimo 1° gennaio 2014. Si tratta della ‘mini-patrimoniale inversa’ sull’imposta di bollo. Oltre la soglia dei 34,20 euro, l’imposta sale dallo 0,15 allo 0,20%. Scopriamo meglio questa misura evidenziando le differenze tra conto corrente e conto deposito e sottolineando l’iniquità insita nella struttura di questa imposta.
I DRIBBLING POLITICI – Se del maxi-emendamento presentato dal Pd alla Legge di Stabilità si è detto molto, è passato in secondo piano il ‘doppio passo’ con cui al Senato la ‘mini-patrimoniale inversa’ sui bolli si è divincolata.
– Se anche alla Camera non ci saranno sorprese, a partire dal prossimo 1° gennaio 2014 gli italiani si troveranno a pagare un’imposta di bollo più cara del 33%.
– Dopo essere passati dallo 0,1% del 2012 allo 0,15% del 2013, il nuovo anno sarà salutato con un’imposta di bollo allo 0,20%. Sempre fatto salvo il prelievo fisso minimo che rimane di 34,20 euro su base annua.
– Ad essere colpiti maggiormente saranno i conti deposito che già stanno vedendo un drastico calo dei rendimenti. Nei conti correnti, invece, rimane la norma che prevede che con una giacenza media inferiore ai 5.000 euro non è dovuta l’imposta di bollo.
UNA MISURA ALTAMENTE INIQUA – L’imposta di bollo così strutturata è una delle imposte più inique che esistano visto che danneggia altamente i piccoli risparmiatori, o comunque chi non voglia investire decine di migliaia di euro in conti deposito.
– Alcuni istituti come Banca Ifis, Banco Popolare e Banca Sistema si fanno carico del pagamento dell’imposta di bollo con lo scopo di raccogliere una quantità maggiore di liquidità vincolata per un certo numero di mensilità (generalmente 12, 24 o 36), ma è fuori discussione che questa misura non farà altro che ridurre ulteriormente l’attrattività dei conti deposito.
– Prodotti di investimento che hanno conosciuto un buon exploit negli ultimi anni in virtù degli alti rendimenti offerti (anche del 3,50% lordo per somme vincolate sopra i 24 mesi), ma che ultimamente stanno perdendo parte del loro appeal a causa di una decisa contrazione dei rendimenti (difficile ottenere oggi più del 2-2,50% lordo).
CONTO CORRENTE vs. CONTO DEPOSITO: QUALI LE DIFFERENZE? – Per conto corrente si intende un prodotto di risparmio che consente l’utilizzo di moneta elettronica da parte del titolare/possessore del conto.
– Nel corso degli anni questo prodotto si è evoluto fino a consentire l’accredito dello stipendio e la domiciliazione delle utenze. Se fino a qualche anno fa gli istituti bancari offrivano una remunerazione sul capitale depositato presso la banca, ora questa operazione è sempre più rara, se non su somme al di sopra di una certa soglia.
– Il conto deposito, invece, è uno strumento finanziario che si è diffuso ampiamente solo nell’ultimo lustro; consente di depositare, vincolandole per un predefinito periodo, somme ed ottenere, come remunerazione, un tasso di interesse privilegiato. Il conto deposito, inoltre, ha bisogno di un conto corrente di appoggio.
– L’imposta di bollo grava su entrambi gli strumenti; diverse, però, sono le regole che li contraddistinguono. Nel conto corrente l’imposta di bollo è dovuta solo in caso di giacenza media superiore ai 5.000 euro. Nel conto deposito, a prescindere dall’importo investito, l’imposta di bollo grava sempre.
LA ‘MINI-PATRIMONIALE INVERSA’: QUALCHE ESEMPIO PRATICO – Fino al 31 dicembre 2013 l’imposta di bollo è calcolata in percentuale dello 0,15% delle somme in questione quando questa supera i 34,20 euro. Dal 1° gennaio 2014, invece, la percentuale salirà allo 0,20%.
– Quindi sopra i 22.800 euro, l’imposta di bollo non sarà più fissa e pari a 34,20 euro, ma sarà calcolata con la percentuale. Facciamo qualche esempio per chiarirci ulteriormente le idee.
SOMMA | FINO AL 31 DICEMBRE 2013 | DAL 1° GENNAIO 2014 |
1.000 | 0,00 euro per i conti correnti 34,20 euro per i conti deposito | 0,00 euro per i conti correnti 34,20 euro per i conti deposito |
6.000 | 34,20 per i conti correnti 34,20 euro per i conti deposito | 34,20 per i conti correnti 34,20 euro per i conti deposito |
20.000 | 34,20 per i conti correnti 34,20 euro per i conti deposito | 34,20 per i conti correnti 34,20 euro per i conti deposito |
30.000 | 34,20 per i conti correnti 45,00 per i conti deposito | 34,20 per i conti correnti 60,00 per i conti deposito |
50.000 | 34,20 per i conti correnti 75,00 per i conti deposito | 34,20 per i conti correnti 100,00 per i conti deposito |
100.000 | 34,20 per i conti correnti 150,00 per i conti deposito | 34,20 per i conti correnti 200,00 per i conti deposito |
LE CONCLUSIONI – L’iniquità insita in questa tassa è ben evidente nella tabella posta sopra.
– Basti pensare che chi detiene 1.000 euro in conti deposito, ha un’imposta di bollo di 34,20 euro (3,42%); chi ne detiene 20.000 vede, sia oggi che ‘domani, un aggravio dello 0,17%, mentre chi ne detiene 100.000 euro vede l’imposta di bollo gravare per lo 0,15% ora e per lo 0,20% dal 1° gennaio 2014.
– Alcuni senatori hanno presentato degli emendamenti per correggere lo squilibrio, soprattutto sul fronte conti deposito, pensando di esentarne il pagamento fino a 5 mila euro o abbassando il bollo fisso a 10 mila euro. Nel testo finale, però, non è stato inserito alcun tipo di correttivo.
– Vedremo se il passaggio alla Camera sarà foriero di novità positive per i cittadini italiani.
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Matteo Torti