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Gioielliere ucciso rapina Milano via dell’Orso, in 6 mesi 9 conflitti a fuoco per strada e un’escalation di rapine sempre più sanguinarie

E’ di ieri in pieno giorno, alle 13.20,  la rapina che ha messo fine alla vita di Giovanni Veronesi, storico titolare 73enne dell’omonima gioielleria in via dell’Orso, in piena zona Brera, a due passi da piazza della Scala e Palazzo Marino.

 

Nelle ore successive al tragico evento, l’atmosfera del quartiere è greve come piombo: nel silenzio, pesano i volti dei negozianti allibiti, gli interrogativi dei passanti spaventati dalla presenza della Scientifica e l’esortazione, impalpabile come la paura che serpeggia tra vetrine marciapiede, di chi invita il vicino a stare attento, perché “a Milano non c’è più da stare tranquilli”, e tanti vorrebbero cogliere l’occasione per andarsene.

 

Dure le parole di Eleonora Scaramucci, titolare dell’omonima boutique e vicina proprio di Veronesi: “Non so perché non passino le forze dell’ordine – ha spiegato la negoziante. – Immagino sia perché hanno pochi uomini, ma il risultato è che qui c’è poco controllo. Da quando c’è Area C c’è anche la metà della gente in giro. Ma proprio per questo noi commercianti ci sentiamo ancora più abbandonati”.

 

Disperati, furibondi e terrorizzati anche gli altri commercianti, che auspicano un incontro con le Istituzioni proprio mentre, il Sindaco Pisapia, ripiega “diplomaticamente” condannando il gesto e augurandosi che “si faccia luce” sull’accaduto. Rispetto ad un commento, invece, sullo stato di gravissima insicurezza dove è venuta a trovarsi la città a seguito di scelte evidentemente contestabili proprio e soprattutto in materia di gestione ed organizzazione,il Primo Cittadino non dice una sola parola.

 

In questo senso, risuonano ancora nella memoria le considerazioni alla base del ritiro dei pattugliamenti misti nelle vie cittadine, quando l’attuale presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Milano, Mirko Mazzali (avvocato storico dei centri sociali milanesi), appena insediata la nuova giunta arancione affermò: “Via i militari dalle nostre strade. Milano non è Beirut.”

 

Intanto, i commercianti non usano mezzi termini, e vogliono un aggiornamento in tema di legittima difesa: “Chiediamo di rivedere la legge sulla legittima difesa. E, se occorre, ci armeremo fino ai denti. Siamo stanchi di avere paura. La pistola in negozio? Ben venga. E se ci sarà un morto? Se è un malvivente che sta cercando di rapinarci, meglio lui che noi!».

 

Nel dettaglio, le parole sono di Luigi Ferrario, presidente di «Buenos Aires Futura» che, ieri sera, a seguito del tragico evento ha incontrato tutti i rappresentanti del coordinamento di commercianti cittadini «Le 16 vie dello shopping».

 

Dopo l’assalto all’orologeria di Franck Muller, in via della Spiga, poco più di un mese fa, ora c’è scappato pure il morto, un collega di lungo corso… È inaccettabile!” ha aggiunto Ferrario.

 

Del resto, è manifestamente è innegabile l’escalation di rapine che ha invaso il centro città, zona da sempre percepita come “bolla” di perfetta vivibilità rispetto agli altri quartieri di Milano.

 

Già a Natale aveva lasciato esterrefatti il tentativo di furto all’interno di un appartamento in via Montenapoleone, con tanto di fuga sui tetti e quadrilatero paralizzato dalle Autorità.

 

Pochi giorni fa, invece, nuovo furto in abitazione, questa volta riuscito, in via della Spiga, ai danni di una cittadina inglese residente nella nostra città.

 

Per quanto riguarda i negozi, invece, oltre a furti di abiti ed accessori pressoché in ogni boutique della zona, clamorosi i casi della vetrina di Damiani spaccata con una piccozza (con tanto di 650mila euro in anelli, collier e bracciali razziati), fino ad arrivare al più recente e gravissimo caso della rapina inflitta all’orologeria Frank Muller, dove i ladri hanno compiuto una vera e propria irruzione in pieno pomeriggio, distruggendo vetrine ed espositori, con una foga a dir poco barbara.

 

Da qui, solo 10 giorni fa, dopo numerosi appelli lanciati dai commercianti di zona, la decisione del presidente dell’Associazione Amici di Montenapoleone di accordarsi con una società di sicurezza privata, pagando con i propri soldi un servizio di guardie giurate in grado di sopperire alle mancanze delle Autorità comunali preposte a garantire la sicurezza a chi vive la città.

 

Gli episodi criminosi, tuttavia, sono molti di più di quanti approdano sui media, poiché secondo i dati della Questura di Milano, nel 2012 le rapine in esercizi commerciali sono aumentate del 23%, colpendo centinaia di negozi ogni mese, dei quali la disperazione di dipendenti e titolari cade puntualmente nel silenzio, dimenticata da Sindaco, assessori e consiglieri politici.

 

Del resto, gli appelli a Pisapia sono stati lanciati anche da altre associazioni di commercianti, come Ascobaires per Corso Buenos Aieres e Ascolaren per il Lorenteggio: in entrambe le zone i negozianti si sono detti disperati, più volte nell’ultimo anno e mezzo, a causa dei continui furti e delle rapine incessantemente subite.

 

La situazione non migliora neanche se si parla di sparatorie, avvenute in piena strada tra cittadini completamente ignari del pericolo corso.

 

Dall’11 settembre 2012, data della sparatoria di Via Muratori, ad oggi – ha spiegato il vicepresidente del Consiglio Comunale Riccardo De Corato (Pdl), – per le strade di Milano si è fatto fuoco per ben 9 volte. E’ un record per Milano, visto che ci sono stati 4 morti e decine di feriti.

 

“Se poi a questo aggiungiamo che i commercianti di Via Montenapoleone pagano due guardie private che assicurino la sicurezza della loro via e, in più – prosegue,  – quanto scritto alcuni giorni fa dal Console americano a Milano, si ha uno spaccato completo della situazione di città a rischio che vivono la capitale lombarda e suoi abitanti. Ovviamente, ad eccezione del Sindaco, della Giunta e della maggioranza di centro-sinistra che sono gli unici a voler far credere e spacciare Milano come una città sicura. Lo vadano a raccontare non solo al Corvetto o a Quarto Oggiaro ma persino in Montenapoleone”.

 

Nel dettaglio, le sparatorie avvenute negli ultimi 6 mesi a Milano, per strada, sono state:

 

11 Settembre 2012, Sparatoria in Via Muratori, 2 morti

12  settembre  2012, Sparatoria  in  Via  Giacosa  con  feriti  ad opera di gruppi sudamericani

15  ottobre  2012,  Agguato  in  strada  uomo gambizzato in Via Decorati al Valor Civile

9  Novembre  2012, Spari in strada alla Barona. Regolamento di conti  con  tanto  di  sparatoria  in  Via  Martinelli (giardinetti), all’angolo con Via Lodovico il Moro

21 novembre 2012, Sparatoria in strada in Via Mosè Bianchi, con un uomo ucciso a colpi di pistola

26  novembre  2012,  Sparatoria  in  Via Tiziano ferito 92 enne da un proiettile vagante

18 gennaio 2013, conflitto a fuoco in un autofficina in Via Salasco, dove un malvivente ha sparato  al  gestore  di  un  garage  e poi è morto sotto i colpi della polizia

9  Marzo  2013,  in Via Fleming nuova sparatoria per strada con un ferito al volto.

12 marzo 2013,  Sparatoria in strada, 2 feriti in via Val Cannobina – Forze Armate (zona Baggio)

 

AGGIORNAMENTO del 27 marzo 2013 ore 10,30: E’ stato fermato in Spagna l’uomo che potrebbe aver ucciso il gioielliere. Per tutti i dettagli CLICCA QUI

 

 

 

AGGIORNAMENTO del 22 marzo 2013 ore 14,00: Le indagini dei Carabinieri proseguono serrate. In base a quanto emerso finora, sembrerebbe sia stato uno solo il colpo mortale che ha causato la morte di Giovanni Ventura. Tuttavia, sul capo del negoziante assassinato, risulterebbero più ferite, tutte da corpo contundente, non ancora identificato. In base a quanto spiegato dal nucleo Nucleo Investigativo, “si tratta di colluttazione, ma non di accanimento”. I rilievi tecnico scientifici sono tuttora in corso e si attende per domani l’autopsia che servirà a chiarire i dettagli necessari per ricostruire la dinamica del tragico evento. 

 

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Di Redazione

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