Segnalazioni dei cittadini

Multe a Milano, dati e paradossi: “Perché anche di fronte all’evidenza è sempre il cittadino a dover pagare?”

vigileQuante volte ci sarà capitato di tornare a casa in auto, magari dopo una dura giornata di lavoro, e incominciare a girare attorno al caseggiato – una, due, tre, cinque volte e più – alla ricerca disperata di un parcheggio?  Una dura prova per la pazienza di chiunque. Poi, proprio quando la speranza sta per venir meno, eccolo lì, nascosto tra due auto, uno spazio che sembra fatto su misura per la nostra quattroruote. Da non crederci. Tanto che quel cartello di lavori in corso che svetta sul marciapiede, per un momento fa vacillare il nostro ottimismo. Così accostiamo un altro po’, aguzziamo la vista e…  sospiro di sollievo: i lavori inizieranno solo tra un paio di giorni. Qualche giro di volante, alcuni colpi di pedale, e anche per oggi è fatta. Possiamo finalmente separarci dalla nostra amata-odiata vettura per qualche ora.

 

QUEI LAVORI IN CORSO IMMINENTI… – L’avrà pensato anche il signor M.L., quando lo scorso 17 novembre, al termine di una lunga ed estenuante ricerca di un posto libero, è finalmente riuscito a parcheggiare la sua auto in via Castel Morrone.

– “La strada da molti giorni, oltre che di macchine, era piena di cartelli che segnalavano imminenti lavori, ma che a causa delle forti piogge continuavano ad essere rimandati”, racconta alla nostra redazione (redazione@cronacamilano.it) l’automobilista. “Così, dopo molta fatica, sono finalmente riuscito a trovare un posto davanti ad un cartello che annunciava lavori sul manto stradale dal 20 dal 22 novembre”. Ovvero, in anticipo di più di 48 ore rispetto all’imminente cantiere. Di che dormire sonni tranquilli, quindi, starete pensando. Nient’affatto.

 

… E LA SORPRESA DEL GIORNO DOPO – L’indomani mattina, infatti, laddove era parcheggiata la vettura, la dolente sorpresa: “L’auto non c’era più”.

– Il nostro lettore, immaginandone il motivo, ha subito preso la strada del vicino comando dei vigili. E davanti alle sue vivaci proteste, la spiegazione ricevuta è stata la seguente: “Se le hanno dato una multa ci sarà un motivo, magari ha spostato il cartello lei!”. Una beffa.

– “A quel punto – prosegue – non mi è rimasto altro da fare che chiedere un loro intervento per verificare di persona, nonostante avessi scattato anche delle foto. ‘Ci vorranno molte ore, non saprei dirle quante, intanto  paghi altrimenti il conto lievita. Cosa fa? Aspetta li?’, la loro risposta”.

– “La domanda – conclude M.L. con laconica amarezza, – sorge spontanea: perché anche di fronte all’evidenza è sempre il cittadino a dover pagare?”.

 

“MILANO CAPITALE DELLE MULTE 2013” – La risposta, probabilmente, sta tutta in quel “Milano capitale delle multe”, il titolo d’apertura dei principali quotidiani italiani all’indomani della pubblicazione da parte del Sole24Ore (21 luglio scorso) degli importi derivanti dalle multe e incassati nel 2013 dai Comuni italiani.

– Dai dati emergeva che il capoluogo lombardo – con 170,5 euro pagati mediamente da ogni patentato nel corso dell’anno – precedeva sul gradino più alto del podio Firenze, ferma a quota 145,4. A seguire, Bologna (143,7), Parma (141,1) e Treviso (125,2). Al 7° posto, a fare compagnia a Milano,  ancora una città lombarda, Pavia, a quota 117,3. Due posizioni più indietro per Torino, nella top 10 con poco più di 100 euro ad automobilista.

– In quest’Italia dimezzata, per trovare una città del Centro-Sud bisognava guardare alla 14a posizione di Roma, a quota 88,5 (quasi la metà di quanto sborsato da un automobilista milanese). Più distaccate, al 32° posto si piazzavano Napoli (58,6), al 39° Palermo (53,9) e al 46° Bari (47,9). Ultime posizioni della classifica per alcune città di medie o piccole dimensioni, soprattutto del Meridione. Per finire con l’invidiabile dato di una “disciplinatissima” Caserta, a quota 60 centesimi.

– Milano, poi, riusciva a “ben figurare” anche per il gettito totale delle contravvenzioni: 132.307.730 euro che la ponevano dietro solo a Roma con i suoi 154.246.564 euro.

 

GUIDARE IN CITTA’? UN’IMPRESA – Cifre importanti, eclatanti, ma che tuttavia, come ha evidenziato lo stesso Sole24Ore, a livello nazionale sono in flessione di circa un miliardo rispetto al triennio 2008-2011, quando gli incassi totali toccarono quota 1,5 miliardi di euro.

– Un dato, però, emerge forte e chiaro: gli automobilisti milanesi sono senza ombra di dubbio i più vessati d’Italia. Tra sensi unici, zone a traffico limitato (Area C, su tutte), soste vietate, rilevatori di velocità e telecamere disseminati un po’ ovunque, guidare a Milano è diventata una vera e propria impresa. Un po’ come quella di trovare un automobilista che, nel corso del 2013, non abbia ricevuto a casa almeno un verbale.

– E per il 2014, gli ultimi dati a disposizione (fonte Quattroruote) non lasciano presagire nulla di buono: da settembre 2013 a settembre 2014, sarebbero infatti 2 milioni e 385 mila i verbali elevati in città; circa 300 mila in più rispetto ad un anno prima. Il motivo? Quei sette nuovi autovelox in azione dallo scorso 10 marzo in altrettante strade della città.

 

MULTE PER FARE CASSA? – Che per molti Comuni italiani – sempre più tartassati dai tagli della spending review – quello delle multe sia diventato un ottimo stratagemma per fare cassa, ormai, è forse più di un sospetto. E la nostra città non fa certo eccezione.

– La riprova – oltre alla contestata Area C – è anche quel proliferare di strisce blu, dal centro alla periferia, nonostante il numero di auto circolanti in città sia notoriamente più elevato rispetto a quello dei parcheggi disponibili. Ne consegue una tolleranza zero che Palazzo Marino ha più volte giustificato con il solito leit motiv: “Le contravvenzioni servono a disabituare i cittadini alle cattive abitudini e ad incentivare l’uso dei mezzi pubblici”.

– Se poi vogliamo dirla con le parole di Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza di Milano, “sono i cittadini i primi a chiedere un sempre maggiore controllo per la sicurezza sulle strade. E le sanzioni per violazioni al codice della strada sono un efficace strumento di prevenzione, come dimostra anche il calo del 25 per cento degli incidenti negli ultimi due anni. Controllo della velocità e diminuzione del traffico sono fondamentali (Corriere della Sera, 22 luglio 2014)”.

– Non ci piove. Ma la sicurezza stradale non deve diventare l’alibi per tramutare le contravvenzioni – svilendone l’efficacia deterrente – in uno strumento di sistematica mungitura del cittadino. Un bancomat da cui attingere per sopperire alle inefficienze di Palazzo.

 

LETTERA APERTA AI “GHISA” – Per chiudere, il significativo intervento di un lettore, M.A., che negli scorsi giorni ha inviato una lettera aperta ai vigili milanesi, per sensibilizzarli sulla questione.

– Una missiva per richiedere non solo maggiore umanità ma, soprattutto, un ritorno a quel senso del dovere legato più ai reali bisogni della comunità che non “alle indicazioni politiche dei tuoi superiori. Riprendi a far valere l’autorità e l’autorevolezza del Vigile urbano che ho conosciuto in tempi migliori”.

– Quel “ghisa” che “con il fischietto in bocca fa rispettare il codice della strada a tutti, auto, moto, biciclette e pedoni”. Ma non solo: che di fronte al degrado in cui è caduta la nostra città, non permette che diventi la normalità: “Segnala i cartelli divelti, le discariche, i campi rom improvvisati, i lampioni guasti, le strade sconnesse. Combatti i venditori abusivi che occupano la deserta piazza Castello, via Dante, piazza del Duomo, corso Vittorio Emanuele, piazza Oberdan, i mezzanini della stazione di Cadorna e delle principali stazioni della città”.

– “Fallo per noi cittadini – conclude accorato il nostro lettore, – che potremo dimostrarti ogni giorno il nostro personale riconoscimento”.

PARTECIPA AL SONDAGGIO:

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– Il nostro Staff riserverà la massima attenzione ad ogni caso, per dar voce direttamente ai cittadini, senza “filtri politici”.

 

VISIBILITA’ ALLA VOSTRA ATTIVITA – Se siete interessati a dare visibilità alla vostra attività commerciale, scriveteci a info@cronacamilano.it

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S.P.

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