Mini Imu gennaio 2014, elenco Comuni che dovranno pagarla, tempistiche, esempi di calcolo, info
Doveva essere eliminata dal vocabolario politico-italiano del 2014, parola di Enrico Letta & Co. Nonostante ciò, alla fine siamo sempre alle prese con lo stesso trittico di lettere: l’Imu è tra noi. Sotto altro nome, sotto altra etichetta, sotto altra forma, ma la sostanza non cambia. Ed è infatti di ieri la notizia che il Governo ha dato il via libera all’aumento delle aliquote della Tasi. Il motivo? L’incapacità di trovare poco più di 1 miliardo di euro di coperture. Di seguito l’analisi di Cronacamilano.it.
LA TASI DIVENTA PIU’ SALATA – La Tasi, ossia la tassa sui servizi municipali indivisibili che ha sostituito l’Imu, sarà più salata per le famiglie italiana. Nel pomeriggio di ieri, il Governo guidato da Enrico Letta ha deciso di presentare un emendamento per consentire ai Comuni di incrementare le aliquote oltre all’attuale tetto massimo.
– L’obiettivo è quello di concedere detrazioni alle famiglie con redditi bassi e offrire un valido aiuto ai ceti più deboli. L’incremento sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille e gli Enti Locali avranno la facoltà e la libertà di decidere come ripartirlo.
– La maggioranza di Governo, dopo l’uscita di dicembre 2013 di Forza Italia, subisce un nuovo strappo. Questa volta è Scelta Civica a fare un passo indietro: la formazione di origine montiana non voterà l’emendamento.
LA NOTA DI PALAZZO CHIGI – Con una nota ufficiale diffusa da Palazzo Chigi, si legge che “In materia di Tasi-Imu il governo ha deciso di presentare un emendamento al decreto Enti Locali così definito”.
– Prosegue la nota: “Ai Comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti. Tale incremento, che non comporterà alcun aumento della pressione fiscale, sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i Comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo tra le diverse basi imponibili”.
SCELTA CIVICA CONTRO SACCOMANNI – L’emendamento proposto dal Governo non ha esitato ad incontrare ostacoli. Il primo ‘no’ è arrivato da Scelta Civica che per voce di Andrea Susta, capogruppo al Senato, comunica di “voler porre fine al balletto sulla casa”.
– L’obiettivo della formazione montiana è quello di “votare solo provvedimenti che comportino una revisione complessiva delle imposte sulla casa”.
– Di avviso opposto Fabrizio Saccomanni, il ministro dell’Economia, che al Senato ha spiegato come “nel 2013 c’è stato un forte sgravio fiscale sulla prima casa, pari a 4,5 miliardi di euro. La mini Imu è una necessità dovuta a motivi equitativi data la natura autonoma dei comuni nella fissazione delle aliquote. Ma è un elemento modesto rispetto allo sgravio complessivo”.
– L’obiettivo del Governo, secondo l’ex n° 1 di Bankitalia, è quello di “rendere la tassazione sulla casa veramente di natura federale – aggiunge il ministro -, evitando di agire come quest’anno con una imposta decisa al centro ma gestita in periferia”.
LE CONSEGUENZE SUGLI ITALIANI – Tante belle promesse. Questa decisione in che cosa si traduce? Molto semplice: venerdì 24 gennaio ci sarà la prima stangata dell’anno. La confusione politica di questo ultimo mese in materie di coperture, infatti, ha partorito una soluzione, forse la peggiore per le famiglie italiane.
– L’Imu che era stata congelata per la seconda metà del 2013 e che era stata cancellata per il 2014 ritorna. Lo Stato avrà quindi quei 440 milioni di euro che mancavano. Sostanzialmente lo Stato si è fatto carico dei 4 miliardi di euro di mancato gettito dell’Imu 2013 sulla prima casa, ma limitatamente all’aliquota base del 4 per mille.
– Per quei Comuni che hanno aumentato l’aliquota al 5 o al 6 per mille, saranno i cittadini a contribuire pagando il 40% della differenza; ossia i 440 milioni di euro sopra menzionati.
– Certo, si tratta di un conto decisamente minore rispetto all’Imu del 2012, ma comunque un fastidio economico e burocratico da 30/40 euro a famiglia per tutti coloro che risiedono nei 2.398 Comuni, tra cui Milano, che tra il 2012 e il 2013 hanno innalzato l’aliquota base.
QUALCHE ESEMPIO – La Uil Servizio politiche territoriali non ha esito ad emettere qualche verdetto.
– A Milano in un appartamento di 120 metri quadrati si potrebbe arrivare a pagare 163 euro di mini-Imu.
– A Torino, nella stessa condizione, ci si ‘ferma’ a 152 euro.
ELENCO COMUNI SOGGETTI AL PAGAMENTO – Per verificare quali Comuni dovranno pagare il conguaglio Imu a gennaio 2014, CLICCA QUI
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AGGIORNAMENTO 13 GENNAIO 2014: COME SI PAGA LA MINI-IMU? – Nel corso delle ultime ore sono uscite anche le modalità con cui pagare la mini-Imu di gennaio 2014.
– Ricordiamo che la mini-Imu dovrà essere versata da chi abita in una prima casa di proprietà in uno dei quasi 2.400 Comuni italiani che hanno aumentato l’aliquota rispetto al 4 per mille iniziale.
– In tali Comuni, i cittadini dovranno versare il 40% della differenza tra l’imposta annuale stabilita dall’Amministrazione comunale e quella standard del 4 per mille. Questo, a meno che l’importo da versare sia inferiore ai 12,00 euro (vedi legge 289/2002, in base alla quale il cittadino non è obbligato a presentarsi alla cassa per micro versamenti).
– Il pagamento può avvenire secondo due differenti modalità: tramite il modello F24 o tramite il bolettino postale. Il modello F24 deve essere presentato in banca o ad uno sportello postale o direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate; il codice tributo è 3912 per le prime case e 3914 per i terreni agricoli. Importante indicare che si tratta di un saldo per l’anno 2013.
– Con il tradizionale bollettino postale, invece, potrebbe emergere un problema qualora il proprio Comune di residenza lo invii precompilato in tempi non ragionevoli.
– La scadenza per il pagamento è fissata al 24 gennaio 2014.
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Matteo Torti