Italia in deflazione, calano i prezzi dei beni energetici. Spiegazioni per tutti e conseguenze
La notizia è di quelle che preoccupa e che non contribuisce certo a schiarire le nubi sul futuro del nostro Paese. Dopo oltre 50 anni, l’Italia torna ufficialmente in deflazione. Era dal settembre del 1959 che ciò non accadeva. Ad agosto 2014 l’indice dei prezzi al consumo, rende noto l’Istat, ha segnato un calo dello 0,1% rispetto ad agosto 2013. Ma cosa si intende per deflazione? E quali effetti produce? Vediamolo assieme.
CALO DEI PREZZI AL CONSUMO: COLPA DEI BENI ENERGETICI – “Nel mese di agosto 2014, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e diminuisce dello 0,1% nei confronti di agosto 2013 (era +0,1% a luglio)”.
– E’ questa la nota con la quale l’Istat rende ufficialmente noto che l’Italia è entrata in deflazione, spiegando poi che questa dinamica è da imputare soprattutto alla flessione su base annua dei beni energetici che da un +0,4% di luglio sono passati a un -1,2% e al rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi.
– E la controprova si ha analizzando l’andamento dei prezzi al netto dei beni energetici: +0,4% rispetto ad agosto 2013, da un +0,3% di luglio. Un netto rialzo di prezzi, +3,8%, si è avuto solamente nel settore dei Servizi relativi ai trasporti.
LA DEFLAZIONE: QUESTA SCONOSCIUTA – Sconosciuta, forse dimenticata. In Italia il termine deflazione non si sente dal lontano Settembre del 1959.
– Allora l’Istat aveva segnalato una variazione dei prezzi negativa dell’1,1%, all’interno di un contesto di tassi negativi per ben 7 mesi. Insomma, una situazione certamente peggiore rispetto a quella attuale, dove il tasso di variazione annuale dei prezzi è comunque in calo da 4 mesi.
– Ma cosa si intende per deflazione? Sostanzialmente l’abbiamo già spiegato: una diminuzione del livello generale dei prezzi, ossia il fenomeno opposto all’inflazione. La deflazione è un chiaro sintomo della debolezza della domanda di beni e servizi; i consumatori e le aziende non spendono e posticipano gli acquisti con l’aspettativa di ulteriori cali dei prezzi.
– Ed è proprio qui che si innesca un circolo vizioso dannoso per l’economia: i consumatori e le aziende posticipano gli acquisti di beni e servizi attendendo un ulteriore calo dei prezzi; le aziende non vendono i beni e servizi prodotti e sono costrette a collocarli a prezzi inferiori; la riduzione dei prezzi ha un impatto negativo sui ricavi delle aziende che riducono i costi andando a ridurre gli acquisti di materie prime necessarie per produrre o andando a ridurre il costo del lavoro; la riduzione del costo del lavoro provoca licenziamenti o cassa integrazioni che contribuiscono ad aumentare il clima di negatività dei consumatori e ad alimentare l’intero processo.
– La fonte iniziale della deflazione è un risparmio eccessivo dei consumatori nei periodi di crisi economica. I consumatori, di fronte a prospettive non certamente rosee, tendono ad aumentare il loro risparmio che però, come definì Keynes, è un risparmio “distruttivo” in quanto contribuisce a ridurre ulteriormente la domanda aggregata di beni, diminuendo implicitamente con il meccanismo che abbiamo visto prima la produzione aggregata e l’occupazione.
SQUINZI E SCHAUBLE: SOLO PREOCCUPAZIONE – “Mi auguro che accada qualche miracolo nell’ultimo trimestre del 2014. Anche sul fronte del Pil stiamo andando verso un dato negativo dello 0,2-0,3% per il 2014”. Sono queste le parole di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria.
– Gli fa eco, a livello europeo, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble: “Francamente la Bce non ha più munizioni per combattere la deflazione, le ha finite. La liquidità sui mercati non è troppo bassa, anzi è troppo”. La colpa della Bce sarebbe, secondo il tedesco, di aver utilizzato le sue cartucce troppo presto.
DEFLAZIONE? MACCHE’ – C’è anche chi si rifiuta, in questo contesto, di parlare di deflazione. Per esserci deflazione ci dovrebbe essere un calo generalizzato dei prezzi non, come invece è successo ad agosto, un calo importante di un unico settore, quello dei beni energetici.
– L’aritmetica, infatti, ci suggerisce che un calo dei beni energetici ad agosto 2014 rispetto all’estate del 2013 era inevitabile visto che un anno i prezzi dell’energia erano saliti nettamente.
– Quindi, un calo dei prezzi aritmetico, statistico, normale, inevitabile. Non congiunturale, non generalizzato, non motivo di preoccupazione.
LA SCOSSA DEGLI 80 EURO – 80 euro al mese in più per accelerare i consumi e dare nuova linfa vitale alla domanda aggregata interna. La strategia del governo Renzi non sembra aver sortito gli effetti sperati.
– Le vendite al dettaglio sono in caduta libera, -2,6%, mentre a salire è solamente il dato della disoccupazione, arrivata al 12,6%.
– L’idea degli 80 euro è una misura di grande attualità, ma che non rende l’immagine di un governo che guarda al futuro. E’ una misura temporanea, che tampona l’attuale, ma che non riesce a scardinare la struttura di un Paese che non riesce a rilanciarsi sul fronte dei consumi, un Paese che non riesce a garantire una prospettiva e un solido mercato del lavoro ai giovani, un Paese che come troppo spesso accade guarda all’oggi e non al domani.
INVIATECI LE VOSTRE SEGNALAZIONI – Per le vostre segnalazioni e foto circa incidenti, emergenze, autovelox nascosti, strade dissestate e buchi sul manto stradale, disagi sociali, odissee burocratiche, truffe, rapine, aggressioni, zone carenti di sicurezza, aree preda di degrado o spaccio, problematiche sui mezzi pubblici, borseggi, maltrattamenti sugli animali o altro, scriveteci a redazione@cronacamilano.it
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Matteo Torti