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Analisi elezioni europee 2014, Renzi stravince su Grillo, crolla Berlusconi, avanzano i no-euro

EuroCon il 40,81% delle preferenze, è il Partito Democratico firmato Matteo Renzi l’unico e vero vincitore di questa tornata elettorale. Le europee 2014 danno una fotografia del nostro Paese come interamente in mano al centro-sinistra del giovane leader toscano. Delusione sia per il MoVimento 5 Stelle di Grillo (21,16%) che per Forza Italia (16,82%). La soglia dello sbarramento viene superata anche da Lega Nord, Ncd e Tsipras. Sfiora il 4% Fratelli d’Italia. Nel resto d’Europa, invece, continua a crescere il fronte dei no-euro. L’analisi di cronacamilano.it.

 

TUTTI I RISULTATI – Alle 23.00 di domenica 25 maggio 2014 si è chiusa la tornata elettorale per le europee 2014. L’affluenza finale è stata bassa, ma comunque più alta di quanto ci si attendeva: il 58,69% degli italiani aventi diritto ha votato.

– I risultati definitivi sono arrivati nella prima mattina di ieri: Renzi e il suo Pd hanno stravinto ottenendo oltre 11 milioni di voti e il 40,81% delle preferenze. Praticamente doppiato Grillo che prende il 21,16% con 5,7 milioni di voti. Delusione anche per Silvio Berlusconi che si ferma di poco sopra i 4,5 milioni di elettori con il suo 16,82%.

– Molto positivo l’exploit della Lega che arriva al 6,16% con la sua campagna elettorale improntata sul “no-euro”, ma la soglia di sbarramento la oltrepassano anche il Ncd di Alfano (4,38) e la lista Tsipras (4,03%).

– Risultato positivo anche per Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale che superano il milione di votanti con il loro 4,03%, mentre non vanno oltre l’1% i Verdi Europei, Scelta Europea, l’Idv, Svp e Io Cambio.

 

IL CONFRONTO CON LE EUROPEE DEL 2009 – Impietoso per la destra ed entusiasmante per la sinistra il confronto con le precedenti europee, quelle del 2009.

– Allora il Pdl, tutto unito, prendeva il 35,25% contro poco più del 24% di adesso sommando Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia. In calo rispetto al 2009, ma in avanzamento rispetto alle ultime nazionali, la Lega Nord: nel 2009 era al 10,22%.

– Boom per il Pd che nel 2009 si fermava al 26,13% con 7,9 milioni di voti, tre in meno di questa tornata elettorale, e anche per il MoVimento 5 Stelle che nel 2009 non si era presentato. Crollo totale per l’Idv di Di Pietro che arriva oggi allo 0,65% contro il 7,98% del 2009.

 

I RISULTATI NEL COMUNE DI MILANO – Ancora più forte e importante il risultato ottenuto dal Partito Democratico nel solo Comune di Milano: 44,95% e percentuale di voti triplicata rispetto a Forza Italia, 16,6%, e 5 Stelle, 14,22%. Buon risultato per la Lega, 7,43% e per Tsipras, 6,48%.

 

I RISULTATI REGIONE PER REGIONE – 20 regioni su 20. In tutte ha vinto il Partito Democratico di Matteo Renzi. Si va dal record della Toscana e dell’Emilia Romagna, dove i democratici hanno superato l’incredibile soglia del 50%, rispettivamente 56,35 e 52,51%. Fino al 29,94% del Trentino Alto-Adige.

– Nel mezzo ci sono ben dieci regioni (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Valle d’Aosta, Marche, Friuli Venezia-Giulia, Basilicata, Liguria, Piemonte e Lombardia) dove il Pd supera la soglia del 40%, mentre sono solamente 4 (Campania, Sicilia, Puglia e Molise) le regioni in cui Forza Italia supera la soglia del 20%.

– Forza Italia che scende sotto il 10% in Trentino Alto-Adige (7,61%) e che supera a malapena questa soglia in Valle d’Aosta (10,26%).

– Boom assoluto per Grillo, invece, in Sardegna (30,51%), Abruzzo (29,74%), Molise (27,34%), Sicilia (26,30%) e Liguria (25,95%). Delusioni in Lombardia (15,74%), Toscana (16,68%) e Friuli (18,87%).

 

IL PERSONALISSIMO RECORD DEL PD – Era dal 1958 che nessun partito, preso singolarmente, superava l’incredibile soglia del 40%. C’era riuscita solamente la Dc, nel 1948 e appunto nel 1958 (42,3%).

 

LE ELEZIONI NEL RESTO D’EUROPA – Grillo e Berlusconi ammettono la sconfitta e la delusione, mentre Renzi festeggia e promette di continuare sulla strada delle riforme. E nel resto d’Europa com è andata? Gli euro-scettici prendono sempre più potere.

– Josè Manuel Barroso non ha usato mezze parole nel commentare i risultati delle elezioni europee: “Siamo estremamente preoccupati per la tendenza che emerge dal voto europeo. Sta andando giù tanto la fiducia nelle istituzioni europee quanto quella nelle istituzioni nazionali”.

– In Francia il ciclone Marine Le Pen, come annunciato, ha fatto il botto; il suo Front National ha preso il 25% dei voti ed è rimasta ampiamente davanti all’Ump (20% circa) e al Ps (14% circa).

– In Germania ha tenuto la Cdu (36% circa), il partito della Merkel, ma avanza l’Afd (oltre il 7%), il partito dei no-euro. Nello stato federale tedesco ottengono un seggio anche i neonazisti.

– L’altro importante ciclone europeo è arrivato dall’Inghilterra dove Nigel Farage e il suo Ukip ha ottenuto il 28% superando, per la prima volta dal 1906, sia i laburisti (oggi al 25,7%) che i conservatori (oggi al 24,5%).

– In Grecia, invece, la vittoria è andata ad Alexis Tsipras che con oltre il 26% dei voti ha dimostrato tutta la sua forza, chiedendo anche al Presidente ellenico di andare alle elezioni anticipate sul fronte nazionale.

 

I PROSSIMI PASSI – Dopo lo scrutinio, è stato facile definire il numero dei seggi dei gruppi presenti nel Parlamento Europeo. Dei 751 deputati ne troviamo 212 del Partito popolare europeo e 187 dei Socialisti & Democratici.

– Dietro troviamo 72 deputati per i liberali e 55 per i Verde; poi 45 per i conservatori e riformisti, 43 per la sinistra unitaria europea e 35 per l’Europa della libertà. Sono invece 104 i non iscritti.

– Dopo la mappa del voto c’è molta incertezza sulla scelta del nuovo presidente della Commissione Europea che sarà eletto a Strasburgo. Juncker, candidato del Ppe, si trova costretto a dover negoziare anche con il Pse al fine di creare la più ampia coalizione possibile.

– Le alternative sembrano essere Martin Schulz per il Pse, Ska Keller per i Verdi e Guy Verhofstadt per i liberali.

 

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Matteo Torti

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