Cultura e Società

La ricerca del Politecnico di Milano sostenitore di 7 progetti partecipanti alla Biennale Architettura 2025

Milano, 14 maggio 2025 – Alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, in programma dal 10 maggio al 23 novembre 2025, il Politecnico di Milano supporta sette progetti che affrontano in modo interdisciplinare le sfide dell’architettura contemporanea. L’edizione di quest’anno, curata da Carlo Ratti, è intitolata “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.” e invita a esplorare le forme di intelligenza che emergono dall’interazione tra spazio, tecnologia e società.

In questo contesto, la presenza del Politecnico di Milano si ritrova nelle installazioni che mettono in dialogo architettura, scienza e innovazione, toccando i temi della sostenibilità, della percezione, della salute e dei nuovi materiali. Ricerca applicata, visione trasversale e attenzione all’impatto sociale sono il filo conduttore di questi progetti, per alimentare il dibattito internazionale sull’evoluzione dell’architettura.

“La presenza del Politecnico di Milano come supporter di alcuni progetti partecipanti alla Biennale Architettura 2025  si colloca all’interno di uno degli appuntamenti culturali più prestigiosi del panorama italiano ed internazionale. La Biennale di Venezia, con la sua lunga storia e il suo indiscusso prestigio, è un crocevia di creatività in cui artisti, architetti, pensatori e innovatori si incontrano e collaborano. È uno specchio delle trasformazioni sociali, culturali e tecnologiche del nostro tempo nelle quali si riflette l’Ateneo quale attore del cambiamento. – commenta Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano – L’università è il luogo del sapere, dove l’intelligenza si coltiva, si sviluppa ed evolve; dove trova nuovi ambiti di applicazione e nuove espressioni. Il tema scelto da Carlo Ratti è per noi particolarmente significativo perché è in questo contesto che l’architettura ha il compito di immaginare mondi nuovi e di dare loro vita”.

Il messaggio di questa Biennale è urgente: l’ambiente costruito deve adattarsi a un pianeta alterato – spiega Carlo Ratti, curatore della Biennale Architettura 2025 e docente al Politecnico di Milano. L’architettura, quindi, non è più solo una questione di forma, bensì di sopravvivenza. Al fine di affrontare questa sfida deve adattarsi, attingendo a ogni forma di intelligenza che conosciamo: naturale, artificiale e collettiva. Ecco perché le università rivestono un ruolo così fondamentale nella Biennale di quest’anno, soprattutto ora che devono affrontare le minacce di nuove forme di oscurantismo. Siamo onorati di avere il Politecnico di Milano tra noi. Spero che la Biennale possa far arrivare questo richiamo in piazza Leonardo da Vinci e ai nostri studenti presenti e futuri: l’architettura può ancora fare la differenza, se osiamo dargliene l’opportunità”.

Il Politecnico di Milano, sostiene i seguenti progetti partecipanti alla Biennale Architettura 2025:

Material Bank – Matters Make Sense è  un progetto speciale allestito alle Corderie dell’Arsenale presentato da Ingrid Maria Paoletti e Stefano Capolongo (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito Politecnico di Milano), con Margherita Palli (scenografa) e Konstantin Novosëlov (National University of Singapore, Nobel per il grafene). Il progetto riflette sul concetto di percezione come forma primaria di intelligenza, mettendo in relazione materiali innovativi, esperienza sensoriale e ambienti costruiti. L’allestimento, ispirato ai concetti intrecciati di labirinto e biblioteca, ospita dispositivi interattivi come il Polimi_Sensing Core, che permette di percepire il proprio battito cardiaco attraverso tessuti reattivi, stimolando una riflessione sul corpo come interfaccia ambientale.

Sempre all’Arsenale, nella sezione Intelligens Canon, Milano Urban Mine, è un progetto di ricerca applicata, che propone un modello spaziale per mappare le componenti edilizie a fine vita nella città di Milano. L’obiettivo è promuovere strategie di riuso dei materiali nel contesto urbano, supportando politiche di economia circolare e pianificazione sostenibile. Sviluppato dai partecipanti Andrea Bortolotti, Matteo Clementi, Federico Godino ed Elena Luongo (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano) a partire da un’esercitazione condotta all’interno del Laboratorio di Urbanistica 2023-2024 della Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni dell’ateneo milanese, il progetto si inserisce nel filone della rigenerazione urbana e della progettazione basata sull’analisi dei flussi materiali.

Resourceful Intelligence è un’installazione sviluppata in collaborazione fra Park, Accurat e il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano composto dai partecipanti Gabriele Masera, Francesco Pittau e Michele Versaci. Il progetto affronta il tema del riuso delle risorse materiali nel contesto urbano, proponendo strategie per ridurre il consumo di materie prime attraverso la decostruzione selettiva e la mappatura dei materiali esistenti. Basandosi su due casi studio milanesi, l’installazione dimostra come l’ambiente costruito possa diventare una risorsa attiva per la rigenerazione della città, promuovendo un approccio architettonico fondato su processi circolari e sostenibili. Il contributo si inserisce nel più ampio impegno del Politecnico verso modelli progettuali consapevoli, adattivi e orientati alla transizione ecologica.

Con il progetto Instabilities. The shifting Alpine landscapes / Instabilità. Le Alpi in Movimento, il Politecnico di Milano supporta alla Biennale Architettura 2025 un progetto  di indagine cartografica sul paesaggio alpino, esposta alle Corderie dell’Arsenale. Il lavoro proposto dai partecipanti Francesco Garofalo (Visiting Professor) e Chiara Geroldi (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano) è il risultato di una collaborazione con l’Università Boku di Vienna (INLA) e lo studio Openfabric.  Gemmato da un laboratorio progettuale del corso di laurea magistrale in Landscape Architecture – Land Landscape Heritage e sviluppato in seguito, il progetto sfida la percezione delle Alpi come paesaggio immobile, ricostruendo i processi di estrazione – dalle cave alla produzione idroelettrica, dal turismo sciistico alle monocolture – che hanno modellato e continuano a trasformare il territorio alpino. Attraverso cartografie critiche, sezioni e rappresentazioni visive, il lavoro interpreta le Alpi come luogo di estrazione, soggetto a fasi di contrazione ed espansione, attraversato da flussi materiali e infrastrutture globali.

REwind REwild è un progetto del Centro di Competenze Territori AntiFragili (CRAFT) del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, presentato all’interno del Padiglione Italia – Terrae Aquae. L’intelligenza del mare da Valeria Fedeli, Massimo Bricocoli, Chiara Nifosì, Cristina Renzoni e Nicola Russi. Il progetto riflette sull’instabilità dei territori costieri del Mediterraneo attraverso una raccolta di 18 ricerche raccontate in forma video. REwind REwild propone un approccio progettuale “politecnico” e “politemporale”, orientato all’antifragilità e capace di riscrivere il rapporto tra infrastrutture e dinamiche naturali. In un contesto segnato da cambiamenti climatici e pressioni urbanistiche, il progetto esplora strategie di rewilding e governance territoriale in grado di trasformare crisi e shock in opportunità di adattamento e rigenerazione.

Archive & the City è un progetto di esplorazione visiva dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia che restituisce, attraverso tre grandi visualizzazioni grafiche di 3×3 metri, la complessità e la ricchezza di oltre un secolo di storia artistica. Le visualizzazioni, realizzate in collaborazione con il DensityDesign Lab del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e coordinate da Luigi Farrauto, con Jon Kleinberg, Marco Santambrogio, Achille Varzi, trasformano i dati d’archivio in un paesaggio grafico immersivo. La prima rappresenta la struttura e la varietà dei materiali custoditi; la seconda organizza oltre 140.000 immagini digitali in base alle loro affinità visive, creando connessioni inaspettate tra epoche e  manifestazioni; la terza visualizza le relazioni tra opere e persone, facendo emergere legami nascosti e protagonisti spesso invisibili. Il progetto sperimenta l’uso della visualizzazione dei dati come strumento critico, narrativo e curatoriale.

Design as an Astronaut presenta un’esperienza in realtà virtuale all’interno dell’Argonaut Habitat Unit, sviluppata con il supporto di ESA, MIT Media Lab e Politecnico di Milano. Il progetto, presentato da Valentina Sumini, Cody Paige, Tommy Nilsson, esplora le potenzialità abitative del lander lunare Argonaut, ripensato come modulo per missioni umane di breve durata. Il lavoro combina modellazione algoritmica e materiali innovativi — come Kevlar e micelio — per creare una struttura leggera, sicura e autosufficiente. Gli interni, progettati per il benessere psicofisico degli astronauti, propongono soluzioni adattive e strategie luminose ispirate ai ritmi circadiani. Un invito a riflettere sull’abitare estremo come laboratorio per una nuova cultura della sostenibilità.

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