Restauro Pinocchio in corso Indipendenza, ieri l’inaugurazione
E’ stata inaugurata ieri mattina, alla presenza dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano, Maria Carmela Rozza, e di Sandra Tofanari – nipote di Attilio Fagioli, autore dell’opera – la statua restaurata di Pinocchio, una scultura bronzea posta su una fontana ornamentale all’interno dei giardini di corso Indipendenza. A completamento dei lavori, anche il rifacimento della stessa fontana e della pavimentazione circostante.
STORIA DELLA STATUA – Difficile pensare alla propria infanzia senza dedicare almeno un pensiero a Pinocchio, il personaggio nato dalla penna di Carlo Collodi nel 1881, e la cui storia ha sicuramente commosso e divertito generazioni e generazioni di bambini. E non solo.
– Quasi 60 anni fa, a Milano, veniva celebrato il mito del celebre burattino di legno con una statua, un’opera in bronzo realizzata nel 1955 dallo scultore Attilio Fagioli (1877-1966) e donata alla città di Milano dalla “Famiglia Artistica”.
– Le immagini dell’epoca – era esattamente il 19 maggio 1956 – mostrano un corso Indipendenza in bianco e nero, con una piccola folla di milanesi curiosi e in attesa dell’inaugurazione del nuovo monumento.
– Si tratta di una fontana ornamentale nella cui parte centrale, sopra un pilastro, trionfa l’opera di Fagioli: Pinocchio, diventato ormai bambino, contempla dall’altro il corpo inanimato del pupazzo che fu e che giace inanimato sul basamento della statua. Ai lati, i celeberrimi Gatto e la Volpe, i due astuti ingannatori che nel racconto cercano di approfittarsi dell’ingenuità di Pinocchio.
– Una targa alla base del pilastro, inoltre, riporta i versi del poeta Antonio Negri: “Com’ero buffo quand’ero un burattino! E tu che mi guardi, sei ben sicuro di aver domato il burattino che vive in te?”.
ANNI DI INCURIA – Da quel lontano 1956, di anni ne sono trascorsi. Anni che avevano portato alla fontana e al suo Pinocchio tanta incuria e vandalismo.
– Il monumento, un po’ alla volta, era caduto nel dimenticatoio, diventando facile preda di perditempo e imbrattatori che avevano finito col cannibalizzarlo.
– Qualcuno aveva anche pensato bene di portarsi a casa un ricordo: chi facendo sparire il gatto e chi, invece, decidendo di appropriarsi del naso del burattino.
MILANO SI MOBILITA – ll grave stato di abbandono del monumento, che nel frattempo era stato inglobato dai giardini spartitraffico creati in corso Indipendenza, nel settembre 2004 era addirittura diventato oggetto di una interrogazione parlamentare rivolta al ministro per i Beni e le Attività culturali ad opera di Delmastro Delle Vedove.
– Tantissime altre le persone che si erano mobilitate in favore della fontana. Anche Sandra Tofanari, nipote dello scultore Fagioli, aveva messo a disposizione la sua professionalità di scultrice per il restauro dell’opera.
IL RESTAURO – E così, lo scorso aprile, sono iniziati i lavori di restauro non solo dell’opera di Fagioli, ma dell’intera fontana.
– Proprio quest’ultima, è stata dotata di un locale tecnico interrato. Dalla nota del Comune si apprende “che ospita gli impianti elettromeccanici relativi al nuovo impianto di ricircolo della vasca e di una vasca di compenso interrata per consentire il filtraggio delle acque da rifiuti e foglie”.
– La vasca della fontana “è stata completata con una dotazione impiantistica finalizzata alla realizzazione di un gioco d’acqua a cascata” e “dotata di un proprio impianto di illuminazione “.
“Il restauro della fontana monumentale si è completato, infine, con la realizzazione di una nuova pavimentazione circostante la vasca e l’installazione di due panchine”.
Le opere sono state realizzate “nell’ambito dell’appalto di manutenzione per la conservazione di fontane e monumenti cittadini. L’importo complessivo per la realizzazione dell’opera è stato di circa 70 mila euro”.
NUOVA VITA – Da ieri, dopo tanti anni trascorsi alla mercé dell’insensibilità di qualcuno, il Pinocchio di corso Indipendenza – l’intera fontana – è dunque tornato all’antico splendore. Un regalo alla città di Milano, al mondo dell’arte, a tutte le persone ancora in grado di sognare.
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Salvatore Patella