Ramadan Milano 2012, cadute nel vuoto le promesse del Comune circa i luoghi promessi
Il Comune di Milano è alle prese con una nuova promessa che, dopo un dialogo iniziale, si è arenata scontentando tutti. Si tratta, nel dettaglio, della spinosa questione del Ramadan e del luogo di preghiera dove la comunità musulmana milanese chiede di raccogliersi, nel rispetto della legalità.
UN LUOGO DI CULTO IN OGNI QUARTIERE DI MILANO – Era lo scorso settembre quanto, a seguito del proprio insediamento a Palazzo Marino, la giunta Pisapia riceveva a Palazzo Marino i rappresentanti delle comunità musulmane milanesi, tra i quali anche il portavoce di Viale Jenner, Abdel Shaari.
– Proprio in tale occasione, la giunta Pisapia aveva annunciato il suo nuovo, grande progetto: costruire un luogo di culto in ogni quartiere della città, conferendo il “riconoscimento dei tanti piccoli luoghi già esistenti, riferimenti territoriali importanti che meritano di avere dignità”.
– Il vicesindaco di Milano, Maria Grazia Guida, aveva dichiarato: “Stiamo parlando di una Milano che cambia”, la moschea in passato è stata utilizzata come spauracchio, ma “è uno schematismo da cui bisogna uscire al più presto”.
LA MAPPATURA DELLA CITTA’ E LE PAROLE DELL’ASSESSORE AL BENESSERE –
Sempre nel medesimo incontro, l’assessore al Benessere di Milano, Chiara Bisconti, aveva aggiunto che il 14 settembre 2012, a seguito del confronto a Palazzo Marino, sarebbe iniziata la mappatura degli spazi cittadini, al fine di individuare le priorità delle varie comunità e dei quartieri.
– “Ci occuperemo della ricerca di un luogo di culto che sia integrato in ogni quartiere” aveva precisato l’assessore Bisconti. E in merito ai vari luoghi utilizzati come soluzioni itineranti dai musulmani riuniti in preghiera, aveva precisato non senza polemiche con la giunta Moratti: “Le palestre servono a fare ginnastica”.
DALLE PROMESSE AI FATTI (INESISTENTI). – Era da poco salita a Palazzo la uova giunta Pisapia quando, a giugno 2011, Abdel Shaari aveva commentato: “Ora è cambiato. Le Amministrazioni passate hanno fatto di tutto per creare il mostro e non darci nessuno spazio, neanche per il dialogo, che non hanno mai voluto. Ma le cose non funzionano più così”.
– Il tavolo successivamente aperto dalla giunta Pisapia aveva poi trovato grande soddisfazione nel portavoce di viale Jenner (braccio destro di un Imam condannato per terrorismo e sostenitore dell’utilizzo della detenzione come punizione dell’adulterio, ndr).
– Ad oggi però, a pochi giorni dal 19 luglio 2012, data di inizio del Ramadan, le promesse del Comune non sono state mantenute e, per la preghiera, la comunità musulmana di Milano si ritrova costretta ad utilizzare soprattutto spazi improvvisati, passando dalle “palestre” ironicamente criticate dall’assessore Bisconti, alle cantine e i garage.
– Quest’anno, infatti, è venuta meno anche la possibilità di usare il teatro Ciack di via Procaccini (utilizzato negli ultimi 4 Ramadan), e i circa 100.000 cittadini milanesi di fede musulmana si trovano più che mai delusi. Certo, rimane il tendone di fianco all’ex Palasharp, in zona Lampugnano, ma ciò che era stato promesso dalla giunta arancione era stato ben altro in termini di decoro, sicurezza e legalità.
L’AREI E’ CAMBIATA: SCONTENTI TUTTI – Afferma che continueranno ad attendere, Abdel Shaari, spiegando di avere tre soluzioni da proporre a Palazzo Marino che, dal canto suo, replica che in merito non ci sono nuovi incontri in calendario.
– E tra i cittadini milanesi che hanno fortemente criticato la linea di apertura comunque aperta da Pisapia, e i cittadini musulmani che hanno visto le mirabolanti promesse “arancioni” cadere nel vuoto, la giunta è riuscita ad ottenere un risultato per tutti: lo scontento.
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Di Redazione